Tragedia alla Reggia Caserta: operaio ucciso da albero

Nel corso del pomeriggio odierno i carabinieri della Stazione di Caserta sono intervenuti presso i giardini del complesso Vanvitelliano dove, poco prima, a causa di lesioni da schiacciamento provocate dalla caduta di un grosso ramo, è deceduto un quarantanovenne di origini marocchine, residente a Casapulla (CE), operaio regolarmente assunto dalla ditta incaricata dei lavori di manutenzione del verde presso la Reggia di Caserta.

A seguito del sopralluogo è stato altresì accertato l’utilizzo da parte della vittima dei dispositivi di protezione individuale.

Per la salma, la competente autorità giudiziaria ha disposto, come da prassi, l’esame autoptico.


Ancora un morto sul lavoro a Caserta, Coppola (Cgil Caserta): “Tragedia è infinita, agire subito”Un operaio è morto travolto da un ramo alla Reggia di Caserta mentre era impegnato per una ditta esterna in alcune operazioni di manutenzione nel parco del sito monumentale.“Questa è l’ennesima morte sul lavoro che registriamo a Caserta negli ultimi mesi. È una strage infinita – dichiara Matteo Coppola segretario generale della Cgil di Caserta “Da mesi come Cgil chiediamo un intervento deciso delle istituzioni, locali e nazionali.  Quanto sangue dovrà ancora essere versato per mettere in campo azioni decise, serie, programmatiche per fermare questa strage?” “Il terrificante dato registrato dalla provincia di Caserta per morti sul lavoro, una delle maggiori incidenze in Italia come certificato anche dall’Inail, non fa che peggiorare – continua Coppola –  Non si può più attendere che venga rilanciato il tavolo tavolo interistituzionale, con prefettura, enti coinvolti e parti sociali, sulla sicurezza sul lavoro. È necessario che si assumano immediatamente ispettori e medici negli ispettorati sul lavoro. Non bastano più buone intenzioni e rassicurazioni!”“Vigilanza serrata sugli appalti e sul rispetto delle norme di sicurezza, patente a punti per le aziende, nuovo personale di controllo. Sono azioni che possono e devono essere messe in campo sin da subito. Lo dobbiamo alle decine di donne e uomini che hanno perso la vita sul luogo di lavoro”

Redazione

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