(VIDEO) Uno Bianca, Procura Bologna: “Nuovo fascicolo? Stiamo lavorando”
“Stiamo ancora lavorando”. Lo afferma il procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato, interpellato sul fascicolo conoscitivo aperto a inizio anno sulla banda della Uno bianca e in particolare sulla strage del Pilastro. “Non ci sono novità”, riferisce Amato, così come al momento non ci sono indagati. Il procuratore ha toccato l’argomento a margine della consegna degli atti d’indagine sulla Uno bianca all’Archivio di Stato, che ora potrà procedere con la digitalizzazione.
Novità di cui “sono molto contento. Abbiamo cercato di essere protagonisti di questa iniziativa- dichiara Amato- che ha un valore sicuramente storico per l’importanza di questo processo e per le tragedie che lo hanno accompagnato. E’ giusto preservare da questo punto di vista tutti questi atti, anche perchè altrimenti, io l’ho potuto direttamente apprezzare, avremmo perso molta di questa documentazione, per com’era oggi conservata”. Ma oltre al valore storico, la digitalizzazione “può avere anche un significato processuale ed è giusto avere la possibilità non tanto e non solo di conservare- continua il magistrato- ma anche e soprattutto di fruire in maniera molto più snella, duttile e intelligente questi atti, anche perchè la modalità con cui la Regione mi ha anticipato che si sarebbe realizzata questa scannerizzazione è assolutamente all’avanguardia e consentirà di matchare i vari dati in maniera innovativa” Un incrocio tra documenti “che sicuramente dal punto di vista materiale non avremmo potuto fare”, sottolinea Amato. Grazie alla collaborazione tra i vari enti coinvolti “si è realizzata qui una sorta di tempesta perfetta, che però per l’Emilia-Romagna e per Bologna credo sia una tempesta perfetta che si ripete- afferma il procuratore- perchè già l’esperienza della strage alla stazione lo aveva testimoniato”, dimostrando “la voglia di stare tutti dalla stessa parte”. Ma rispetto alla Uno bianca ci sono ancora elementi da portare alla luce? Il processo si è svolto “in maniera esauriente ed esaustiva”, risponde Amato. In una prospettiva “squisitamente processuale”, continua il procuratore, non si può e non si deve “andare a sindacare le modalità con cui si sono sviluppati quegli accertamenti, perchè non avrebbe un valore processuale oggi spendibile. Da questo punto di vista bisogna sapere anche distinguere, con intelligenza, l’aspetto della storia e della ricostruzione storiografica di una certa vicenda da quello che oggi è concretamente assoggettabile ad un procedimento penale”. Il lavoro del magistrato “è attento a quello che può essere veicolato in sede penale e può essere dimostrato al di là di ogni ragionevole dubbio. Un compito diverso dallo storico- conclude Amato- che può ricostruire anche con una libertà che il magistrato non può avere proprio perchè gli elementi che può utilizzare sono ben codificati”. (Pam/ Dire) 16:29 13-10-21 NNNN