Virus respiratorio sinciziale, da SIMRI 5 indicazioni per genitori

Negli ultimi giorni si sta tornando a parlare di virus respiratorio sinciziale (vrs), un virus che sembrava essere sparito lo scorso anno, grazie alle misure anti-Covid e ora, invece, è tornato a circolare prepotentemente in tutta Italia. Ma che cos’è? “E’ un patogeno respiratorio molto comune, capace di infettare l’apparato respiratorio di pazienti di qualunque età, ma principalmente colpisce i bambini nei primi anni di vita”, spiegano Fabio Midulla e Silvia Bloise della Società italiana per le malattie respiratorie infantili (Simri).

Il virus “solitamente provoca il raffreddore (infezione delle vie aeree superiori)- continuano i medici- ma specialmente nei bambini nei primi mesi di vita l’infezione da vrs può raggiungere le vie aeree inferiori ed i polmoni causando la bronchiolite acuta (un’infiammazione delle vie aeree inferiori) o la polmonite”.

COME SI TRASMETTE – Il virus “si diffonde facilmente da persona a persona. L’infezione si contrae attraverso le mucose di naso, bocca e occhi. Quando una persona infetta tossisce o starnutisce, rilascia in aria delle particelle che contengono il virus. Tali particelle possono essere inalate, oppure si possono depositare sulla bocca, sul naso o sugli occhi- precisano Midulla e Bloise- In particolare, l’infezione si contrae toccando con le mani le secrezioni nasali o buccali infette e quindi strofinandosi gli occhi o il naso. Il vrs può sopravvivere per molte ore sulle superfici dure come tavoli, maniglie delle porte, giocattoli e culle”.

Il virus respiratorio sinciziale “è la più frequente causa di infezione delle vie respiratorie nei bambini al di sotto dei 2 anni e rappresenta la prima causa di ricovero ospedaliero sotto l’anno di età- evidenziano gli esperti Simri- In Italia il periodo epidemico intercorre tra ottobre e marzo, con un picco in gennaio-febbraio”. QUALI SONO I SINTOMI – “I sintomi del vrs sono simili a quelli di altre infezioni respiratorie virali e sono rappresentati da rinorrea, tosse secca e stizzosa e febbre (nella maggior parte dei casi non elevata). Successivamente possono comparire i segni di una riduzione dell’alimentazione e poi difficoltà respiratoria, in genere in 3°-5° giornata di malattia”, spiegano Midulla e Bloise.

QUALI SONO I SEGNALI DA NON SOTTOVALUTARE – La bronchiolite “è una malattia dinamica e quindi è importante che i genitori siano informati sulla possibile evoluzione e peggioramento del quadro clinico e venga attuato uno stretto monitoraggio con il pediatra curante”, evidenziano i medici. I segnali di allarme da non sottovalutare e che devono condurre ad una valutazione ospedaliera sono principalmente: “la riduzione dell’alimentazione che rappresenta il primo segno che il bambino sta peggiorando ed è spesso la principale causa di ricovero ospedaliero; la presenza di episodi di apnea (momenti di interruzione del respiro); la comparsa di difficoltà respiratoria: il bambino respira più velocemente ed è affannato, sono presenti rientramenti al torace e al giugulo (cioè è più marcata la fossetta tra il collo e lo sterno)”, concludono gli esperti.

(Mab / Dire)

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Redazione

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