Maxi blitz a Torre Annunziata, decapitati due clan in lotta

Nel corso mattinata odierna, i Carabinieri del Gruppo di Torre Annunziata hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dall’ufficio del  Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 19 persone (1. GIONTA Valentino, cl. 53; 2. CARPENTIERI Giuseppe, cl.70; 3. GIONTA Teresa, cl. 74; 4. PALUMBO Salvatore, cl. 74; 5.       DELLA GROTTA Alfredo, cl. 95; 6.       SALVATORE Immacolata, cl. 80; 7.       GIONTA Valentino, cl. 83; 8.       ESPOSITO Luigi, cl. 96; 9.       ESPOSITO Filippo, cl. 2001; 10.    COPPOLA Ciro, cl. 2002; 11.    CIRILLO Antonio, cl. 88; 12.    PALUMBO Salvatore Aniello, cl. 87; 13.    PALUMBO Antonio, cl. 82; 14.    PALUMBO Angelo, cl. 61; 15.    DELLA GROTTA Raffaele, cl. 73; 16.    CHERILLO Luca, cl. 89; 17.    CHERILLO Pasquale, cl. 84; 18.    COLONIA Michele, cl. 2000; 19.    GUARRO Michele, cl. 64.) gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione aggravata dal metodo mafioso, porto e detenzione di armi da sparo, tutti appartenenti ai contrapposti clan camorristici “GIONTA” e “IV SISTEMA” operanti nel territorio di Torre Annunziata.

Il provvedimento è stato emesso in seguito ad una articolata attività d’indagine coordinata dalla DDA di Napoli e condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata, da maggio 2020 a luglio 2021, avviata all’indomani del tentato omicidio di Carpentieri Giuseppe (cl.70), ritenuto elemento di spicco del clan e genero del capo del sodalizio detenuto Valentino Gionta (cl. 53), anche lui colpito dall’odierno provvedimento poiché ritenuto ancora al vertice dell’organizzazione, avvalendosi della collaborazione dei familiari più stretti, tra cui la figlia Teresa (cl. 74), lo stesso Carpentieri e l’omonimo nipote Valentino Gionta (cl. 83).

Le indagini hanno attinto elementi apicali del clan Gionta (detto anche dei Valentini), accertandone la capacità di controllo del territorio mediante l’intimidazione mafiosa, l’opprimente rete estorsiva ai danni di attività economiche locali e la capacità di fronteggiare militarmente le fazioni contrapposte, grazie alla disponibilità di armi ed esplosivi. Ed è proprio nello scontro armato tra i clan che è maturato l’agguato a Carpentieri Giuseppe, avvenuto il 6 maggio 2020, per la cui esecuzione risultano raggiunti da gravi indizi di colpevolezza i fratelli Cherillo Pasquale (cl. 84) e Luca (cl. 89), entrambi allo stato detenuti, ritenuti promotori del neo-costituito clan denominato “IV SISTEMA”, con base nel quartiere popolare del “Parco Penniniello” e mossi da sentimenti di vendetta per l’omicidio del loro nonno Scarpa Natale, consumato il 14 giugno 2006  in un agguato eseguito da  sicari del clan  Gionta.

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Redazione

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