Napoli. Al Cardarelli attiva la radioembolizzazione epatica

Il Cardarelli di Napoli ancora in prima linea nella lotta alla migrazione sanitaria, stavolta per rispondere alle esigenze dei pazienti affetti da epatocarcinoma e da metastasi epatiche che hanno bisogno di sottoporsi al trattamento di radioembolizzazione. Grazie alle nuove dotazioni tecnologiche e al lavoro integrato tra l’Unità Operativa Complessa di Radiologia Interventistica, diretta dalla dottoressa Raffaella Niola, e l’Unità Operativa Complessa di Medicina Nucleare, diretta dalla dottoressa Mara Catalano, l’Azienda Ospedaliera, infatti, si qualifica oggi come unica struttura pubblica in Campania che eroga il servizio.

La radioembolizzazione, spiega una nota del Nosocomio, è un’opzione terapeutica sempre più richiesta da Epatologi, Chirurghi epatobiliari e dei trapianti di fegato ed Oncologi come trattamento dei pazienti in lista d’attesa per trapianto di fegato (bridge therapy) e nei pazienti con epatocarcinoma ‘borderline resectable’.

“I centri che effettuano questo trattamento – sottolinea il Direttore generale Giuseppe Longo – sono molto più numerosi nel Nord e Centro Italia. Al Sud sono presenti esclusivamente in Puglia e Sicilia. Anche per questo abbiamo scelto di metterci in condizione di erogare il servizio, offrendo ai cittadini campani e di tutto il Mezzogiorno d’Italia una valida alternativa”. Il trattamento prevede la somministrazione nei vasi che irrorano la lesione neoplastica di sfere radioattive marcate con Yttrio 90. Dopo uno studio preliminare angiografico dell’anatomia vascolare della lesione, affidato al Radiologo Interventista, il medico di Medicina Nucleare effettua la somministrazione di macroaggregati di albumina marcati, che consentiranno dopo uno studio scintigrafico di rilevare i valori dosimetrici per poi iniettare, in una seconda fase, le sfere radioattive nell’arteria che sottende il territorio malato. Queste sfere hanno il compito di distruggere selettivamente la lesione cancerosa risparmiando il tessuto sano.

“Questo tipo di terapia – sottolinea il Direttore Sanitario Giuseppe Russo – è quasi del tutto scevra da significativi effetti collaterali ed è molto efficace nel controllo della malattia durante i tempi delle liste d’attesa per trapianto di fegato”. La selezione dei pazienti idonei a questo trattamento è opera del GOM dell’epatocarcinoma, di cui fanno parte, oltre alle U.O.C. di Radiologia Interventistica e Medicina Nucleare, l’U.O.C. di Chirurgia Epatobiliare e Trapianti di Fegato diretta dal dottor Giovanni Vennarecci, l’U.O.C. di Epatologia diretta dal dottor Giovanni Di Costanzo, l’U.O.C. di Oncologia diretta dal dottor Ferdinando Riccardi e l’U.O.S.D. di Fisica Sanitaria diretta dalla dottoressa Maria Antonella Di Pasquale coadiuvata dalla dottoressa Tiziana Capussela. Già forte di una lunga tradizione di esperienza ed eccellenza nell’ambito delle malattie epatiche, conclude la nota, “con questa ulteriore opzione terapeutica il Cardarelli di Napoli rende ancor più completa ed efficace la gestione dei pazienti con epatocarcinoma e metastasi epatiche, accrescendo ulteriormente l’expertise dell’Azienda, che si candida a diventare centro di riferimento per l’Italia Meridionale”.

(Com/Gup/ Dire)

Redazione

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