Caserta. Covid, parla il paziente zero della variante sudafricana
“Sono felice e soddisfatto di essermi sottoposto al vaccinano poiché ha funzionato nel nostro caso, essendosi manifestata l’infezione solo con lievi sintomi”. A parlare è il dirigente casertano dell’Eni, il ‘paziente zero’ della variante sudafricana Omicron.
Il tampone effettuato prima di partire da Maputo, in Sudafrica, era negativo. Al ritorno a San Donato Milanese, invece, il nuovo test è risultato positivo. Questo il racconto del paziente zero della variante Omicron in Italia.
“Come previsto dalle normative vigenti – spiega l’uomo – ho rispettato lungo tutto il tragitto aere le misure di distanziamento sociale e di barriera individuale a tutti note. Successivamente mi sono recato a San Donato Milanese per le visite mediche programmate aziendali e contestualmente ho effettuato un nuovo test Pcr, propedeutico all’imbarco per il volo di rientro a Maputo. Avendo avuto riscontro positivo di questo secondo test, ho viaggiato verso la mia residenza di Caserta evitando qualunque contatto con soggetti terzi per iniziare l’isolamento domiciliare previsto. I miei sintomi e quelli del resto della famiglia sono blandi. Sono soddisfatto di essere stato vaccinato poiché il vaccino ha funzionato nel nostro caso in maniera egregia. Solo successivamente mia moglie e i miei due bambini, oltre mia madre e mia suocera sono risultati positivi al test Covid. Attualmente siamo in isolamento presso la nostra abitazione monitorati in maniera assidua dai medici e dall’autorità sanitaria. Aspettiamo il riscontro negativo del test Pcr per uscire dall’isolamento e chiudere questa fastidiosa vicenda”.
“Il paziente italiano colpito dalla variante Omicron non ha avuto contatti con altre persone, né in ambito lavorativo né in ambito extra-lavorativo, sul territorio lombardo”. È quanto si apprende da fonti interne all’assessorato al Welfare di Regione Lombardia.
“L’ingegnere campano – si apprende – non si è mai recato nella sede di lavoro di Milano e, per massima cautela, sono state informate le strutture ospedaliere visitate per la sorveglianza degli operatori sanitari che hanno visitato il caso. Da quanto ricostruito, il paziente è arrivato in aereo a Milano nella serata del 15 novembre e, con macchina noleggiata dall’azienda, con la quale ha raggiunto un hotel, presso il quale ha cenato da solo, in una sala dove era presente solo un’altra persona, ma accomodata nel lato opposto e non ha avuto contatti con il personale dell’Hotel. Il giorno successivo, alle 8, sempre in auto, ha raggiunto un ospedale per effettuare il tampone richiesto dalla propria azienda, dovendo ripartire per il Mozambico la sera stessa del 16. Dopo il tampone si è recato in auto presso un’altra struttura ospedaliera per sottoporsi agli esami periodici previsti per i dipendenti Eni, indossando sempre i dispositivi di protezione personale e un’altra struttura ospedaliera per ulteriori visite, al termine delle quali ha ripreso l’auto per raggiungere l’aeroporto di Fiumicino da cui sarebbe dovuto partire per il Mozambico. Durante il viaggio per Roma ha ricevuto la chiamata dal medico competente, che lo ha informato della positività, motivo per cui ha deciso di tornare a Caserta dalla famiglia”.