Reddito cittadinanza, controlli dei Carabinieri a Caserta e provincia

I Carabinieri del Comando Provinciale di Caserta, coadiuvati da quelli del Nucleo Ispettorato del Lavoro, a seguito degli accertamenti protrattisi dallo scorso mese di maggio ad oggi, hanno smascherato l’indebita percezione del beneficio da parte di imprenditori, facoltosi proprietari di immobile e appartenenti alla criminalità organizzata e cittadini comuni, per oltre 1,8 milioni di euro.
Dei circa 45.000 percettori censiti nell’ambito della provincia, sono state passate alla lente le situazioni patrimoniali e familiari di 3429 richiedenti il beneficio, componenti 1459 nuclei familiari, al cui esito sono state deferite in stato di libertà alle competenti Autorità Giudiziarie 500 persone, che si sono viste sospendere/revocare il beneficio. Contestualmente sono stati eseguiti numerosi sequestri preventivi per un importo complessivo di circa 300.000,00 euro.
Nello specifico dei 500 denunciati, 349 sono stranieri, 94 gravati da precedenti penali, 8 condannati per associazione mafiosa. I comportamenti perseguiti hanno riguardato la truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, la presentazione di dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere, ovvero omissione di informazioni dovute, e l’omissione di comunicazioni relative alle variazioni del reddito o del patrimonio, nonché di altre informazioni dovute e rilevanti ai fini della revoca o della riduzione del beneficio.
Tra i casi più singolari si evidenzia quello relativo agli appartenenti alla stessa famiglia che, risiedenti in un’unica unità immobiliare, hanno falsamente attestato di averla frazionata in 4 distinte particelle catastali, facendo così risultare di costituire autonomi nuclei familiari. Così come quello relativo ad una beneficiaria che ha percepito in due anni ben 23.000 € di reddito di cittadinanza, pur essendo titolare di una quota delle numerose proprietà immobiliari ricevute da una successione ereditaria con altri fratelli.
Tra i denunciati risultano 8 soggetti condannati con sentenze passate in giudicato per reati associativi di stampo mafioso.

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Redazione

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