Il Napoli punta a stravolgere un equilibrio colossale

Predire il futuro significa studiare il presente e osservare il passato. Nel calcio significa validare anche numeri e statistiche, oltre che strategie, idee e metodo di ogni club e allenatore. Ma quest’anno il presente e il futuro della Serie A pongono uno degli interrogativi più grandi sulla vincente del campionato. Perché il trinomio Napoli-Milan-Inter non dà alcun punto di riferimento, né sui numeri, né sulle strategie, né sul metodo. Equilibrio colossale.

In genere, sul piano dei numeri e delle statistiche basta osservare articoli scritti ad hoc da esperti del calcio, come ex giornalisti o addetti ai lavori, che basano i loro pensieri sull’analisi delle rose, delle tattiche e delle quotazioni dei pronostici sportivi delle principali piattaforme di betting. Quest’ultime consentono anche di scorrere una graduatoria di siti scommesse, che può aiutare ad avere le idee ancor più chiare sui propri ragionamenti. Ma quest’anno l’incertezza è sorprendente, in quanto l’evidenza mostra un equilibrio impensabile. I bookmakers italiani e stranieri quotano quasi allo stesso livello Napoli e Inter mentre il Milan è staccato solo di qualche centesimo. Bisogna provare a guardare altrove. Alla strategie, alle idee, al metodo.

Il Napoli 2021-22 è la squadra che ha cambiato meno, con innesti oculati che tuttavia hanno avuto un impatto terrificante sul rendimento dei partenopei. Ogni riferimento al duo camerunense-nigeriano Anguissa-Osimhen non è puramente casuale. Ma quello che è cambiato davvero è l’approccio mentale degli azzurri. L’artefice dello switch ha un nome: Luciano Spalletti. Il suo Napoli, a un anno di distanza dalla scomparsa di Maradona, può davvero puntare alla vittoria del campionato perché il registro emotivo è completamente diverso. L’undici in campo ha imparato a gestire gli stati emotivi in ogni situazione, dal vantaggio allo svantaggio, dalla gestione delle gare delicate a quelle che si sottovalutano, stile Salernitana. É una squadra d’esperienza ma non anziana con un’età media della rosa di 27,5 anni: seconda più alta dopo l’Inter. Il modulo di gioco di mister Luciano Spalletti non è monolitico ma sperimenta, esplora strade alternative per dare ai singoli l’opportunità di mostrare il meglio di sé. Esperimenti in difesa a tre, Elmas tra centrocampo e trequarti, solita costruzione bassa efficace e catene laterali per i lanci direzione Osimhen.

Parlare invece del Milan e delle sue ambizioni per la lotta scudetto significa parlare principalmente del suo artefice in panchina, il tessitore della tattica rossonera, autore in assoluto di una delle più brillanti partenze del Milan in Serie A. Lui è Stefano Pioli, che quest’anno, Zlatan a parte, deve fare i conti con la terza squadra più giovane del torneo: età media 25,4 anni. Merito suo e del collettivo, ma il Milan sembra totalmente pronto a vincere o a giocarsi fino alla fine lo scudetto con Inter e Napoli, come succedeva negli ‘80-’90. La chiave tattica che può portarli al successo sta nelle sue idee di gioco verticali, nel calcio frenetico, nell’intensità tipica del calcio moderno e nella spregiudicatezza. La lotta scudetto del Milan si gioca sul piano della fase difensiva interpretata alla stregua dell’attacco e dell’aggressività in difesa nel recuperare il pallone il più in fretta possibile. Un gioco offensivo e ben ritagliato sui giocatori del calciomercato estivo. Resta da scongiurare il calo del girone di ritorno tipico di Pioli, che nell’ultima stagione fu protagonista del decisivo sorpasso Inter.

L’Inter, appunto. Che in tema di allenatori ha il suo personalissimo jolly: Simone Inzaghi, arrivato in estate dalla Lazio. I nerazzurri hanno le loro chance di alzare il torneo. Squadra vera e intelligente, simbiotica alle idee del tecnico. Squadra con individualità impressionanti, indubbiamente la migliore delle tre. Formazione che deve migliorare la gestione delle energie fisiche e mentali prima di diventare, forse, la più forte, corazzata imbattibile in Italia. Simone è al lavoro da pochi mesi ma niente arriva per caso, nemmeno il vertice in condominio delle primissime posizioni. Certo, il tecnico dovrà migliorare la tendenza della squadra a ritrarsi troppo, abbassarsi eccessivamente con l’andamento del cronometro e il passare del tempo durante i match. Quel tempo che da qui a qualche mese scioglierà definitivamente il dubbio su chi sarà la regina d’Italia.

Redazione

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