Vaccino, Rezza: “Terza dose fa calare curva contagi”

“I casi crescono ma le soglie di area medica e terapia intensiva non crescono altrettanto rapidamente. L’Rt però supera 1 e questo è un segnale che il virus circola molto. I vaccini però funzionano, perché riducono il rischio di contrarre e trasmettere l’infezione, ma non esiste alcun impatto zero”. Lo afferma Gianni Rezza, direttore generale della prevenzione del ministero della Salute, commentando i dati della cabina di regia sul monitoraggio da Covid-19.

“Quindi il virus può circolare anche tra i vaccinati- ribadisce Rezza- L’effetto protettivo dei vaccini è forte sulle ospedalizzazioni e la severità della malattia. L’obiettivo che dobbiamo raggiungere è non congestionare gli ospedali e ridurre al minimo la circolazione virale. La Germania, che ha registrato molti casi giornalieri, sta valutando alcune restrizioni. Per questo- ricorda Rezza- dobbiamo vaccinare e fare anche i richiami; i dati degli Stati Uniti e di Israele rafforzano la convinzione che bisogna coprire la popolazione il più possibile con la terza dose”.

“Con la terza dose Israele ha abbassato al curva dei contagi, anche perché c’è la waning immunity a distanza di mesi dal ciclo completo e il fatto che la variante delta buca un po’ il vaccino. Questi due aspetti non sappiamo in che misura incidano, sappiamo che impattano, lo vediamo dai numeri. Noi continuiamo a monitorare anche i casi asintomatici perché non vogliamo che ci sfuggisse di mano la situazione, altri Paesi contano solo i casi sintomatici e hanno cambiato gli indicatori di allarme. É chiaro però che l’immunità di gregge o di comunità, nonostante quanto dicemmo mesi fa quando però non c’era la variante delta, non sarà sufficiente, quindi dobbiamo spostare l’attenzione su indicatori diversi perché potremmo raggiungere percentuali di coperture vaccinali non lontane dal 90%, ma questo potrebbe non bastare”.

Rispetto all’ipotesi di nuove restrizioni, Rezza spiega: “abbiamo discusso a lungo con modellisti matematici a proposito delle proiezioni dei casi sui mesi invernali, ma è difficile fare previsioni perchè l’andamento delle prossime settimane potrebbe subire l’influsso di variabili, come i comportamenti di prevenzione o anche l’adesione alla campagna vaccinale di coloro che ancora non sono immunizzati. Da quello che vediamo negli altri Paesi che hanno avuto un incremento dei casi, i casi sono cresciuti molto con infezioni paucisintomatiche e asintomatiche, diversamente dai casi gravi che sono pochi- evidenzia Rezza- Le misure che abbiamo adottato, come il green pass, potranno mantenere più bassa la curva epidemica ma non possiamo escludere che vi siano ulteriori e rapidi aumenti. Confidiamo però nel fatto che non vi saranno casi importanti, non escludiamo tuttavia di assumere decisioni nuove qualora dovessero essere necessarie- avverte Rezza- Se aumenta l’incidenza, le Regioni da bianche potrebbero diventare gialle, per esempio. Se il picco vi sarà non siamo in grado di dire se sarà a dicembre, a gennaio o a febbraio. Al momento non confermo l’ipotesi di far scattare a 3000 casi di terapia intensiva il cambio di colore”.

(Org/ Dire)

Redazione

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