(VIDEO) Al Trianon di Napoli Ciccio Merolla e la poesia dei suoi tamburi

“Il teatro è la patria dell’arte. Nel teatro c’è tutto. Ci sono anime e le persone quando vi entrano cambiano, hanno un’altra identità. Quando hanno la fortuna di assistere ad uno spettacolo comodamente seduti nelle poltroncine è tutta un’altra storia e io sono veramente felice”. Così, Ciccio Merolla, percussionista partenopeo, parla alla Dire del debutto, domani al Trianon Viviani di Napoli, del suo nuovo spettacolo musicale, ‘Ciccio e i suoi fratelli’.

Un appuntamento che lo vedrà sul palco dello storico teatro – che proprio in questi giorni ha festeggiato i suoi 110 anni di vita, fu, infatti, inaugurato l’8 novembre del 1911 da Vincenzo Scarpetta – insieme a quelli che ama definire suoi fratelli: Pietro Condorelli alla chitarra, Davide Afzal al basso, la flautista Valentina Crimaldi, il cabarettista Antonio D’Ausilio, il musicista Ibrahim Drabo, il rapper Lucariello e la cantante Viviana Novembre.

Non mancheranno, naturalmente, i suoi amati tamburi quelli che lo hanno reso uno dei più grandi percussionisti della scena musicale nazionale e che in teatro, confessa Merolla, “si possono esprimere, diventare come un’arpa, un pianoforte o una chitarra. Come una poesia. È così che spero di arrivare al cuore del pubblico. Gli spettatori sono i miei veri fratelli che non mi hanno mai abbandonato nemmeno in questo momento così duro”. Il riferimento è alla pandemia, al lockdown che ha provato a zittire qualunque forma artistica senza riuscirci veramente. Decine, infatti, sono stati i concerti che Merolla, come molti suoi colleghi musicisti e cantanti, ha offerto via social direttamente dal suo salotto di casa. Un cordone ombelicale che lo ha tenuto saldamente legato al suo pubblico, catturandone ad ogni performance fette sempre nuove. Ciccio torna sul palco del Trianon dopo esser stato tra i protagonisti della compagnia del “maestro Nello Mascia in ‘Viviani per strada, Toledo di Notte’, uno spettacolo bellissimo di Raffaele Viviani dove ho avuto la fortuna di respirare l’aria del teatro”.

Un luogo che sotto la direzione artistica di Marisa Laurito è diventato il teatro della Canzone napoletana, uno spazio attivo di animazione culturale e sociale, attento al patrimonio tradizionale quanto ai nuovi linguaggi e che per Merolla “rappresenta la rinascita della nostra città. Il suo successo rappresenta anche una cosa molto importante e cioè che l’arte, in generale, sembra sempre che in certi periodi, come quello che abbiamo appena vissuto, viene accantonata e non viene considerata ma resta un bisogno primario dell’essere umano. C’è sempre. C’è poco da fare anche se spesso viene violentata e mal considerata non morirà mai, nasce con la nostra vita. Il Trianon per me rappresenta tutto questo, per me è il sole e ringrazio, a nome della città, Marisa Laurito e Giovanni Pinto (presidente della Fondazione che regge il teatro, ndr) che sono persone che veramente si sono dedicate e si dedicano anima e corpo al teatro. Loro sono il teatro”. Prodotto da Jesce Sole, con la regia di Raffaele Di Florio, il concerto è una sorta di sintesi “teatrale” dell’esperienza musicale di Merolla impegnato da sempre nella ricerca di nuove sonorità. In questo nuovo appuntamento i brani storici dell’artista rivivono in una chiave etnojazz impreziositi dai virtuosismi di Condorelli e Afzal. ‘Ciccio e i suoi fratelli’ diventerà presto una tournée che travalicherà la città di Napoli arricchendosi di nuovi “amici” che porteranno ad ogni tappa del tour nuove suggestioni ed emozioni. Lo spettacolo è anche preludio di un nuovo disco che vedrà la luce prima della prossima primavera. Merolla quindi va avanti per la sua strada fatta di note perché “sono cresciuto tra Mario Merola e Miles Davis e tutto quello che ci capita di mezzo fa parte di me. Io vivo di musica, per me è come l’aria”.

(Gup/ Dire)

Redazione

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