Brucellosi bufalina, Pedicini: “Regione Campania responsabile per mattanza bufali casertani”

“Per evitare la mattanza di bufale che ha portato al fallimento e alla chiusura ben 134 allevamenti campani, la Regione avrebbe dovuto fare prevenzione come prescritto dai regolamenti europei. A dirlo è la Commissione europea in risposta a una nostra interrogazione”, così l’eurodeputato del Movimento 24 Agosto – Equità Territoriale Piernicola Pedicini.

“La Commissione europea – prosegue l’esponente di M24AET – attraverso uno specifico regolamento delegato del 17 dicembre 2019, a integrazione di quello preesistente adottato dal Parlamento europeo e dal Consiglio europeo nel 2016 (2016/429), prescrive l’introduzione di programmi per l’eradicazione della brucellosi e della tubercolosi, che gli Stati Membri devono elaborare ed adottare precedendo anche la vaccinazione contro la brucellosi per arginare l’infezione. Evidentemente, gli abbattimenti effettuati in Campania violano i principi di questa direttiva, dal momento che la Regione adotta delle procedure contestate persino dal Consiglio di Stato. Mi riferisco alla decisione della Regione Campania di continuare a utilizzare inopinatamente il test KIT Bovigam che dà risultati affidabili per i bovini e i bufali africani, ma che non è mai stato validato per quelli della specie mediterranea. E’ chiaro quindi che la Regione Campania è l’artefice di una mattanza vera e propria che ha lasciato sul lastrico decine di allevatori aggirati da un sistema che sembra nascondere innumerevoli falle, sventolando un malinteso principio di precauzione sonoramente bocciato dal Consiglio di Stato per il quale può essere invocato dalla Pubblica Amministrazione se gli accertamenti in vita effettuati dall’Asl e dall’Istituto Zooprofilattico sono attendibili, cioè se rivelano poi un margine di errore massimo del 15%, non certo dell’oltre 95% com’e’ accaduto per dieci anni. Ci chiediamo infatti come sia possibile che la quasi totalità delle 40 mila bufale mediterranee, circa il 90%, abbattute a Caserta negli ultimi tre anni per sospetta brucellosi e tubercolosi, siano poi risultate sane agli esami post mortem e siano per questo state vendute sottocosto nel circuito di macellazione delle multinazionali della carne. E’ evidente che c’è qualcosa che non torna ed è quindi necessario che la magistratura – come sta avvenendo – faccia chiarezza e che la politica se ne assuma pubblicamente la responsabilità e trovi una soluzione per aiutare questi allevatori”, conclude Pedicini.

Redazione

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