Controlli antibracconaggio dei Carabinieri CITES tra Napoli e Caserta
Le zone umide campane, in particolare quelle che si trovano nelle provincie di Napoli e Caserta, sono interessate da importanti rotte migratorie di avifauna che determinano imponenti concentrazioni di uccelli. I volatili sono sempre più oggetto di intenso bracconaggio con gravi ripercussioni su sistemi ecologici.
Proprio alla luce di questo fenomeno, il territorio rientra in uno dei sette “Black Spot” individuati nel “Piano d’Azione Nazionale per il contrasto agli illeciti contro gli uccelli selvatici”.
I militari del Nucleo Carabinieri CITES di Napoli e della Sezione Operativa Antibracconaggio e Reati a Danno degli Animali (S.O.A.R.D.A.), in collaborazione con le Guardie Particolari Giurate Volontarie Zoofile del WWF e L.I.P.U., hanno effettuato una campagna di controllo volto a reprimere il bracconaggio.
Gli accertamenti dei Carabinieri hanno evidenziato una considerevole attività venatoria effettuata spesso avvenuta con mezzi non consentiti come torce alogene e richiami acustici. Sono stati uccisi volatili altamente protetti da direttive comunitarie violando così la normativa nazionale.
L’operazione, durata più giorni, si è conclusa con il deferimento alle competenti Procure della Repubblica di 11 persone ed al sequestro di 9 fucili, 100 cartucce, 6 richiami acustici, 1 rete per uccellaggione, 2 batterie e 2 esemplari abbattuti appartenenti alla specie denominata Piviere dorato.
Durante le operazioni, i militari Cites hanno perquisito l’abitazione di un uomo con precedenti specifici e lì sono stati rinvenuti e sequestrati 49 esemplari di Cardellini, 2 esemplari di Lucherino e 2 tartarughe appartenenti alla specie Testudo hermanni, specie tutelata da Convenzione internazionale (C.I.T.E.S.) e da Regolamento Comunitario, in quanto considerata a rischio di estinzione. L’uomo è stato denunciato.
“È sconcertante che ancora oggi il bracconaggio sia così spietato – tuonano dalla LIPU e dal WWF – sono ancora troppi i cacciatori che puntano dolosamente il mirino contro animali particolarmente protetti. E’ giunta l’ora – concludono gli ambientalisti – che anche le associazioni venatorie prendano le dovute distanze contro i criminali che si nascondono fra le loro fila”.