Covid, Rezza: “Aumento graduale, non esplosivo del numero casi”

“Il quadro è piuttosto chiaro: c’è la tendenza, un aumento graduale e non esplosivo del numero dei casi. Questo emerge anche dai dati aggregati che riceviamo quotidianamente. Questo aumento si registra in maniera maggiore al di sotto dei 20 anni di età e, dopo, fra le persone tra i 30 e i 50 anni, soprattutto laddove ci sono sacche di popolazione non vaccinate”. Lo ha affermato il direttore generale della prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, commentando i dati del monitoraggio della cabina di regia sull’epidemia da Covid-19.

Rezza ha poi aggiunto che “l’obiettivo principale in questo momento non è quello di andare a determinare quelle che una volta venivano definite ‘immunità di gregge’, perchè il virus continua a circolare. È quello di contenere i suoi effetti peggiori, ossia che la gente si ammali in maniera grave ed evitare la congestione dei posti letto sia in area medica che in terapia intensiva- conclude- con casi che, per fortuna, sono molto contenuti”.

“Sicuramente i vaccini funzionano, sono l’arma migliore con cui possiamo difenderci in questo momento. Proprio per questo motivo mi sembra si stia intensificando la campagna sulla dose di richiamo, la dose ‘booster’, certe volte chiamata impropriamente ‘terza dose’, che garantisce una protezione molto maggiore anche contro le varianti attualmente circolanti”. Rezza sottolinea che “siamo in una fase pre-Omicron. In questo momento in Italia, a parte un piccolo focolaio, per ora questa variante non sta circolando ma le Flash Survey insieme all’Istituto superiore di sanità serviranno proprio a monitorare attentamente anche l’andamento delle varianti”. Il direttore generale della prevenzione del ministero della Salute ha infine spiegato che “in questa fase il vaccino sta coprendo bene anche dalle infezioni causate dalla variante Delta, quasi l’unica variante, quella che oggi è largamente predominante e che sta circolando in questo momento. Dunque, da questo punto di vista il vaccino sta facendo il suo buon lavoro”, ha concluso.


Aggiornamento 1 dicembre 2021 – Periodo di riferimento: 22/11/2021-28/11/2021 

Continua per la sesta settimana consecutiva l’aumento generalizzato del numero di nuovi casi di infezione, in particolare sotto i 20 anni ma anche nella fascia di età 30-49 anni. A livello nazionale l’incidenza settimanale ha raggiunto la soglia dei 150 casi per 100,000 abitanti. 

È stabile, a livello nazionale, la velocità di trasmissione nella settimana di monitoraggio corrente con un Rt elevato nella maggior parte delle regioni Italiane, sempre al di sopra della soglia epidemica. 

L’Rt calcolato sui soli casi ospedalizzati si mantiene oltre la soglia epidemica con conseguente aumento nei tassi di occupazione sia in area medica che in terapia intensiva. 

Nell’attuale contesto, una più completa copertura vaccinale in tutte le fasce di età raccomandate, il mantenimento di una elevata risposta immunitaria attraverso la dose di richiamo nelle categorie indicate dalle disposizioni ministeriali vigenti, in particolare gli ultraottantenni e le persone più fragili, rappresentano gli strumenti principali per prevenire significativi aumenti di casi clinicamente gravi di COVID-19 e favorire un rallentamento della velocità di circolazione del virus SARS-CoV-2. 

In considerazione dell’attuale trend epidemiologico e della contemporanea circolazione di altri virus respiratori come l’influenza, si sottolinea l’importanza di rispettare rigorosamente le misure raccomandate sull’uso delle mascherine, del distanziamento fisico – prevenendo le aggregazioni – e dell’igiene delle mani. 

Punti chiave: 

  • Si riporta una analisi dei dati relativi al periodo 22 novembre – 28 novembre 2021. Per i tempi che intercorrono tra l’esposizione al patogeno e lo sviluppo di sintomi e tra questi e la diagnosi e successiva notifica, verosimilmente molti dei casi notificati in questa settimana hanno contratto l’infezione nella prima metà di novembre.
  • Si registra ancora un forte aumento dell’incidenza settimanale a livello nazionale: 140 per 100.000 abitanti (22/11/2021 – 28/11/2021) vs 112 per 100.000 abitanti (15/11/2021 -21/11/2021), dati flusso ISS, molto al di sopra della soglia settimanale di 50 casi ogni 100.000 abitanti.
  • Nel periodo 10 novembre – 23 novembre 2021, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,20 (range 1,12 –1,28), leggermente in diminuzione rispetto alla settimana precedente e al di sopra della soglia epidemica. É in diminuzione, ma ancora sopra la soglia epidemica l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero (Rt = 1,09 (1,05-1,12) al 23/11/2021 vs Rt = 1,15 (1,11-1,19) al 16/11/2021). Per dettagli sulle modalità di calcolo ed interpretazione dell’Rt riportato si rimanda all’approfondimento disponibile sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità (https://www.iss.it/primo-piano/-/asset_publisher/o4oGR9qmvUz9/content/id/5477037).
  • Il tasso di occupazione in terapia intensiva è al 7,5%, e in aumento rispetto alla settimana precedente (rilevazione giornaliera Ministero della Salute del 30/11/2021); il numero di persone ricoverate passa da 560 (23/11/2021) a 683 (30/11/2021). Anche il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale aumenta ed è pari al 9,0%. Il numero di persone ricoverate in queste aree è in aumento da 4.597 (23/11/2021) a 5.227 (30/11/2021).
  • 20 Regioni/PPAA risultano classificate a rischio moderato. Tra queste, due Regioni/PPAA sono ad alta probabilità di progressione a rischio alto secondo il DM del 30 aprile 2020. Una regione è classificata a rischio basso.
  • 13 Regioni/PPAA riportano un’allerta di resilienza. Nessuna riporta molteplici allerte di resilienza.
  • In forte aumento il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (30.966 vs 23.971 della settimana precedente). La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in leggera diminuzione (33% vs 34% la scorsa settimana). È stabile la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (45% vs 45%), mentre è in lieve aumento la percentuale di casi diagnosticati attraverso attività di screening (22% vs 21%).
  • Una più elevata copertura vaccinale, il completamento dei cicli di vaccinazione ed il mantenimento di una elevata risposta immunitaria attraverso la dose di richiamo, con particolare riguardo alle categorie indicate dalle disposizioni ministeriali, rappresentano gli strumenti principali per prevenire ulteriori recrudescenze di episodi di aumentata circolazione del virus sostenuta da varianti emergenti.
  • È opportuno realizzare un capillare tracciamento e contenimento dei casi, mantenere elevata l’attenzione ed applicare e rispettare misure e comportamenti per limitare l’ulteriore aumento della circolazione virale.
 
 

“I dati degli ultimi 14 giorni mostrano come oltre il 99% delle sequenze depositate nella piattaforma per la sorveglianza genomica delle varianti di SARS-CoV-2, la I-Co-Gen, negli ultimi 14 giorni siano attribuibili alla variante Delta. Al momento sono presenti nella piattaforma 7 sequenze riconducibili alla nuova variante Omicron. Tutte queste sequenze sono riconducibili al focolaio riportato in questi giorni in Campania“. Lo ha detto il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, commentando i dati del monitoraggio della cabina di regia sull’epidemia da Covid-19.

“Sulle vaccinazioni abbiamo un dato attuale sulla copertura per fasce d’età. Quelle sotto i 20 anni e quelle tra i 30 e i 49 anni sono le fasce che presentano la copertura più bassa”, dice Brusaferro sottolineando che “il dato positivo è che oltre il 50% degli over 80 ha completato la terza dose e il dato importante, anche dal punto di vista epidemiologico per la circolazione del virus, è che se guardiamo l’età tra i 30 e i 59 anni abbiamo quasi 3 milioni e mezzo di italiani che non hanno ancora iniziato un ciclo vaccinale”.

“Nel periodo compreso tra il 26 novembre e il 2 dicembre la situazione italiana mostra un incremento dell’incidenza. Nell’ultima settimana è salita a 155 casi nei 7 giorni per 100mila abitanti. Lo stesso quadro di evoluzione a livello di Unione europea evidenzia una situazione che tende a scurirsi, ci sono più zone, più paesi che cominciano a cambiare colore e questo significa una intensità di circolazione più elevata”. Brusaferro ha aggiunto che “tutto questo si traduce anche nelle curve, dove alcuni paesi dell’Unione europea hanno curve di crescita particolarmente significative. Anche l’Italia ha una curva di crescita ma continua a collocarsi nella parte dove le curve crescono in maniera più contenuta”.

Il presidente dell’Iss ha inoltre spiegato che “a livello regionale ci sono alcuni contesti dove l’incremento è caratterizzato particolarmente in alcune parti del paese, in particolare al nord-est. Quando invece andiamo a vedere le fasce d’età, quelle più colpite sono quelle sotto i 20 anni ma anche quelle tra i 30 e i 49 anni hanno una circolazione più elevata negli ultimi 7 giorni”. Parlando delle fasce più giovani, Brusaferro ha informato che “c’è una crescita nelle fasce di età dei ragazzini tra i 12 e i 19 anni o con una età inferiore ai 12 anni e anche in queste fasce c’è la necessità di ricovero in alcuni casi, che possono essere classificati come ‘Long Covid'”. Per quanto riguarda la trasmissibilità, Brusaferro ha reso noto che “nel nostro paese l’Rt si mantiene al di sopra della soglia epidemica di 1. Questa settimana, quella per sintomi è intorno a 1,21 e quella di ospedalizzazione è 1,09”.

“L’occupazione dei posti letto in area medica cresce di settimana in settimana dell’1%. Questa settimana siamo al 9,1% di occupazione, essendo passato il numero assoluto di ricoverati da 4.689 a 5.298. Analogamente abbiamo il trend per quanto riguarda l’occupazione delle terapie intensive, che crescono più o meno di un punto percentuale e siamo arrivati questa settimana ad una occupazione di 699 posti letto rispetto ai 588 della scorsa settimana”.

“Aifa ha approvato il vaccino per l’uso per i bambini. Ora vanno date delle indicazioni e va fatta una circolare. Siamo in attesa delle note tecniche e sulla base di quelle cercheremo di dare indicazioni adeguate – annuncia il direttore generale della prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza -. In questo momento non mi sentirei di sbilanciarmi, però questa è una questione che non solo per i bambini ma si è posta sempre anche per gli adulti: quella se vaccinare o meno, e con quante dosi, persone che siano state infette o che abbiano superato la malattia. Io devo dire che, anche se è vero che la malattia naturale o l’infezione naturale danno una protezione molto forte, probabilmente anche più intensa di quella che dà il vaccino, a livello internazionale si è scelto di utilizzare politiche particolarmente aggressive”. Il direttore generale della prevenzione del ministero della Salute ha poi aggiunto: “Ad esempio, gli Ecdc americani negli Stati Uniti addirittura consigliano un ciclo vaccinale completo dopo 28 giorni, dopo un mese dalla malattia. Noi consigliamo una dose, invece, fra i 3 e i 6 mesi dopo o fino a un anno dopo”. Rezza ha proseguito informando che “a livello internazionale si tende a essere molto cauti, usando un principio di precauzione, perchè c’è comunque un 1% di reinfezione con le varianti attualmente circolanti. Quindi, non andando incontro queste persone a particolari effetti collaterali ed eventi avversi, si tende a essere più cauti. Adesso vedremo che indicazioni dare anche per la fascia di età pediatrica”, ha poi concluso.

(Fde/ Dire)

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