Covid, Sileri: “Quarta dose? Prematuro”
“Secondo me è prematuro parlare di quarta dose, vediamo cosa accade con il passaggio di questa variante. Vediamo i numeri, vediamo i ricoveri, vediamo quanto funzionano bene le terze dosi contro la variante. In questo momento andiamo avanti con le prime dosi perché non l’ha fatta e con la terza dose per il richiamo, poi la scienza ci dirà cosa è necessario”. Lo ha detto Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus. Sulla situazione covid. E sulla dose booster per gli under 18: “è giusto che i tempi, se ne necessario, li detti la scienza. Sarà nel caso una decisione guidata dai dati”.
Il tampone per i vaccinati? “Credo che un maggiore utilizzo dei tamponi, con una variante molto diffusiva come questa, per alcune determinate circostanze e con dei criteri ben definiti, può essere un’opportunità per limitarne la diffusione. Un uso maggiore dei tamponi è sempre auspicabile per individuare il virus e le catene di contagio. Il problema è che con la variante omicron ci saranno tante persone positive e questo porta a tante persone in isolamento. Individuare queste catene di contagio ne riduce la diffusione e anche l’impatto”.
E sulla possibilità dell’obbligo vaccinale in tutti i luoghi di lavoro “se ne parlerà in cabina di regia. Il mio parere è che serve la terza dose che riduce notevolmente le chance di prendersi, trasmettere o stare male, anche con la variante Omicron. Io ho sempre detto che con il vaccino riduci notevolmente le chance di prenderti il virus, è chiaro che c’è una quota di persone vaccinate che il virus possano prenderselo uguale, ma è molto difficile che vadano in ospedale. In questo momento con i numeri che abbiamo della vaccinazione l’obbligo va soppesato per altri tipi di lavoratori, vanno interpretati bene i numeri. Lascerei alla cabina di regia un’eventuale decisione del genere, ma in questo momento non penserei ad un obbligo generalizzato”.
“I numeri salgono e continueranno sicuramente a salire, però mutuando l’esperienza inglese, non sembrerebbe che l’aumento dei contagi porti ad un aumento cospicuo dei ricoveri in ospedale e del numero dei morti. Questo potrebbe essere dovuto al fatto che questa nuova variante sia più diffusiva, ma meno aggressiva, meno cattiva contro il polmone, portando meno persone in ospedale. Inoltre, molte meno persone vanno in ospedale perché vaccinate”.
(Red/ Dire)