L’Ente Idrico Campano approva il Piano d’Ambito Regionale

Il Comitato Esecutivo ha dato il via libera definitivo al documento in cui è scritto il futuro del bene più prezioso. Il Presidente Luca Mascolo: «Per la prima volta la regione si dota del pilastro su cui costruire il sistema idrico integrato del futuro: moderno, efficiente ed economico»

Il Comitato Esecutivo dellEnte Idrico Campano, riunito in modalità in parte telematica nel pomeriggio di mercoledì 22 dicembre ha dato il via libera definitivo al Piano dAmbito Regionale, cardine sul quale verrà costruito, nel prossimo trentennio, il servizio idrico integrato della Campania. Il parlamentino guidato dal Presidente Luca Mascolo ha licenziato all’unanimità uno strumento di portata storica per costruire in Campania una gestione più moderna, economica, efficiente e sostenibile del ciclo integrato delle acque. 

Un successo che giunge al termine di un iter lungo e complesso. Il piano è stato sottoposto alla consultazione pubblica durante la quale i soggetti interessati (associazioni, comuni, stakeholders), hanno avuto la possibilità di evidenziare carenze e fornire ulteriori elementi conoscitivi da integrare allinterno del Piano e del Rapporto Ambientale, al fine di completare positivamente il processo di approvazione definitiva. 

La VAS, la Valutazione Ambientale Strategica, ovvero quel processo che accompagna la pianificazione e la programmazione in modo da valutare ex ante eventuali interazioni negative, coinvolgendo attivamente e in modo integrato sia lente pubblico proponente il piano che tutti gli stakeholders pubblici e privati ha superato l’esame della Regione Campania. Grazie a questo provvedimento la Regione Campania soddisfa la condizione abilitante per l’accesso alle risorse comunitarie previste dal PNRR.

L’opera, composta da migliaia di pagine tra elaborati grafici, tabelle e una relazione esplicativa, nella quale trovano spazio una capillare opera di ricognizione territoriale (con oltre 6 milioni di dati raccolti ed oltre 8.000 parametri utilizzati) è servita a fotografare lo stato in cui versano le infrastrutture idriche nei 550 comuni della Campania ed il piano programmatico degli investimenti fondamentali per garantire acqua sicura e di qualità ai cittadini campani. Un documento di portata storica prodotto, in house, dalla struttura tecnica guidata dal Direttore Generale, professore Vincenzo Belgiorno. 

Raggiungere standard più elevati nella gestione delle reti e della distribuzione di acqua potabile, dei 12.000 km di reti fognarie e degli impianti di depurazione, estendere le reti di distribuzione ad aree non servite o servite in maniera insufficiente in modo da garantire il pieno soddisfacimento del fabbisogno di acqua potabile in tutte le aree della Campania. Coprire lintero territorio regionale per i servizi di fognatura e di depurazione, incrementare i controlli sulle acque distribuite e sugli scarichi, rendere più efficienti i sistemi depurativi ed estenderli alle aree non collettate, ridurre i costi di gestione anche attraverso il potenziamento dellutilizzo della tecnologia. Realizzare opere di ristrutturazione ed adeguamento delle reti, introdurre, infine, il controllo da remoto. Questi sono solo alcuni degli obiettivi da realizzare per migliorare la qualità della vita dei cittadini campani.

Una rivoluzione da 12 miliardi di euro lultima spiaggia per recuperare i ritardi accumulati nel corso dei decenni ed avvalersi finalmente di infrastrutture efficienti che consentano di eliminare lo spreco della risorsa più preziosa. Il punto forza del Piano è costruito dalla possibilità di implementare l’intero processo in un sistema informativo progettato per un adeguamento progressivo con la logica del miglioramento continuo, con aggiornamenti previsti ogni due anni per l’identificazione degli interventi possibili in relazione alle risorse economiche disponibili, degli interventi completati e della identificazione di nuove criticità puntuali emergenti. 

«Oggi abbiamo scritto una pagina storica per la Campania» afferma con orgoglio il Presidente dell’Ente Idrico Campano Luca Mascolo. «Per la prima volta la regione si dota di uno strumento così articolato di ricognizione e di programmazione che sarà la bussola per la costruzione di un sistema idrico integrato efficiente, moderno ed economico nel prossimo trentennio. Non era scontato visto la complessità della materia e le difficoltà che abbiamo dovuto affrontare per un ente che ha assunto la piena operatività solo nel gennaio 2019. Era nostro dovere raggiungere questo obiettivo per il bene dei cittadini campani e abbiamo rispettato l’impegno come ci piace fare. Ringrazio il Direttore Generale Vincenzo Belgiorno e la struttura tecnica per la grande prova di professionalità, abnegazione e capacità messa in campo nei duri mesi di lavoro segnati anche dall’emergenza sanitaria da Covid».

Il Piano d’Ambito Regionale dell’EIC

L’EIC ha il compito di predisporre, adottare e aggiornare il Piano d’Ambito Regionale, che rappresenta lo strumento di programmazione tecnico-economica e finanziaria per l’organizzazione del SII.

La normativa ambientale prevede che il Piano d’Ambito debba essere costituito dai seguenti elaborati (art. 149 del D.Lgs. 152/2006):

  1. la ricognizione delle infrastrutture, con la quale viene individuato lo stato di consistenza delle infrastrutture da affidare al gestore del servizio idrico integrato, precisandone lo stato di funzionamento;
  2. il programma degli interventi, ove sono individuate le opere di manutenzione straordinaria e le nuove opere da realizzare, compresi gli interventi di adeguamento di infrastrutture già esistenti, necessarie al raggiungimento almeno dei livelli minimi di servizio, nonché al soddisfacimento della complessiva domanda dell’utenza. Il programma degli interventi, commisurato all’intera gestione, specifica gli obiettivi da realizzare, indicando le infrastrutture a tal fine programmate e i tempi di realizzazione;
  3. il modello gestionale ed organizzativo, che definisce la struttura operativa mediante la quale il gestore assicura il servizio all’utenza e la realizzazione del programma degli interventi;
  4. il piano economico finanziario, articolato nello stato patrimoniale, nel conto economico e nel rendiconto finanziario, prevede, con cadenza annuale, l’andamento dei costi di gestione e di investimento al netto di eventuali finanziamenti pubblici a fondo perduto. Esso è integrato dalla previsione annuale dei proventi da tariffa, estesa a tutto il periodo di affidamento. Il piano, così come redatto, dovrà garantire il raggiungimento dell’equilibrio economico finanziario e, in ogni caso, il rispetto dei principi di efficacia, efficienza ed economicità della gestione, anche in relazione agli investimenti programmati.

La Legge Regionale n. 15/2015 distingue tra Piano d’Ambito Regionale e Piano d’Ambito Distrettuale, definendo il primo lo strumento di pianificazione degli interventi relativi al ciclo integrato delle acque su scala regionale, ed affidando al secondo la scelta del modello organizzativo gestionale in ogni singolo distretto e l’individuazione delle priorità degli interventi su scala distrettuale.

In accordo a quanto previsto dalla normativa in materia ambientale, il Piano d’Ambito Regionale rientra tra i Piani da sottoporre alla procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS), che, nel caso specifico, è integrata con la Valutazione di Incidenza (VI) per la presenza sul territorio regionale di aree di particolare pregio naturalistico denominate siti Natura 2000.

Nella seduta del 28 dicembre 2020, il Comitato Esecutivo dell’EIC ha adottato il Piano d’Ambito Regionale, costituito da una Relazione di Piano, Rapporto Ambientale comprensivo di Studio di Incidenza e Sintesi non Tecnica, e diversi allegati grafici e tabellari di supporto alla documentazione di Piano.

Il Piano d’Ambito Regionale adottato si articola in sezioni che sviluppano i seguenti contenuti:

  • l’Inquadramento territoriale del territorio regionale rispetto alle caratteristiche peculiari per il SII;
  • l’analisi preliminare delle gestioni esistenti, con un focus sui dati disponibili per i gestori di maggiori dimensioni;
  • la metodologia adottata ed i dati di sintesi ottenuti nell’ambito della ricognizione delle opere del SII;
  • il quadro complessivo degli interventi in corso di esecuzione o ammessi a finanziamento nell’ambito di procedure o piani sovraordinati;
  • il sistema di indicatori di performance considerato nell’ambito del processo di pianificazione;
  • il calcolo degli indicatori di performance;
  • l’identificazione dei costi parametrici e la metodologia per l’analisi multi-criteriale degli interventi;
  • la stima del fabbisogno finanziario riferibile ad ogni sistema infrastrutturale ed ad ogni distretto per la risoluzione delle criticità riscontrate;
  • gli indirizzi per la predisposizione dei modelli organizzativi e gestionali da prevedersi nell’ambito dei Piani di Distretto.

La sezione inerente la ricognizione delle infrastrutture include i dati acquisiti sia sugli elementi fisici (come lunghezze delle reti, diametri delle condotte, volumi gestiti etc.) che sulla funzionalità (stato di conservazione) delle opere afferenti al servizio idrico integrato presenti sull’intero territorio regionale. Tali informazioni sono gestite in un sistema informativo che ne consente l’opportuna continua integrazione e modifica. Il sistema informativo complessivo ottenuto sino ad oggi è raccolto in 563 tabelle che contengono circa 7.3 Milioni di dati, suddivisibili in termini alfabetici, numerici, territoriali, descrittivi, che a vario titolo costituiscono un patrimonio ineguagliabile di informazioni sul territorio.

La ricognizione ha riguardato non solo la consistenza tecnica delle infrastrutture ma anche l’articolazione territoriale delle gestioni. Al riguardo, lo stato del SII in Campania è caratterizzato da un’estrema frammentazione gestionale con numerose amministrazioni comunali che gestiscono in economia uno o più segmenti del servizio idrico integrato. Nello specifico, risultano presenti 370 operatori, distribuiti nei diversi ambiti distrettuali.

Le informazioni raccolte nella fase di ricognizione, opportunamente rielaborate, sono state utilizzate per rappresentare, tramite specifici indicatori, lo stato del sistema, rispetto al quale è stato delineato il quadro delle criticità utile all’individuazione del fabbisogno complessivo di investimento.

Il sistema di indicatori di performance prescelti per il Piano (in acronimo KPI – Key Performance Indicators) consente di descrivere gli asset (i.e. sorgenti, pozzi, serbatoi, adduttrici, reti di distribuzione etc) del servizio idrico integrato, a scala del comune, del singolo gestore o dell’ambito distrettuale. Tale sistema di indicatori permette da un lato di rappresentare i livelli attuali di servizio garantiti dal sistema, e dunque di evidenziare le criticità correlate alle caratteristiche strutturali del sistema per le quali non risultano rispettati gli obiettivi di servizio, e dall’altro di quantificare parametricamente gli interventi necessari per il rispetto degli obiettivi di Piano. Al riguardo, gli obiettivi da perseguire con la proposta di Piano d’Ambito Regionale si basano sui principi di economicità, efficienza e sostenibilità ambientale nella gestione del SII e sono volti a garantire il rispetto della qualità ambientale e della risorsa idrica e la disponibilità di acqua potabile per il consumo umano in modo continuativo, equo e sostenibile.

Il Piano contiene circa 200 indicatori di prestazione, calcolati mediante procedure automatizzate, che caratterizzano l’intero sistema.

A fronte delle criticità evidenziate a partire dalla fase di ricognizione mediante il sistema di indicatori individuato, il Piano prevede la stima del fabbisogno finanziario necessario per implementare gli interventi utili alla risoluzione di dette criticità, calcolato su l’intero orizzonte temporale del Piano, pari a 30 anni. La stima del fabbisogno finanziario è stata effettuata mediante l’utilizzo di costi parametrici per le diverse tipologie di infrastrutture.

Il fabbisogno finanziario individuato dal Piano d’Ambito Regionale prevede 3 macro-linee di investimenti, riconducibili a:

  • realizzazione di nuove opere infrastrutturali;
  • manutenzione straordinaria delle opere infrastrutturali esistenti;
  • investimenti di carattere gestionale.

Gli investimenti di realizzazione di nuove opere riguardano interventi in grado di aumentare la copertura del servizio idrico integrato attraverso la costruzione di nuovi manufatti o reti idriche, acquedottistiche e fognarie. Gli interventi di manutenzione straordinaria sono interventi funzionali al conseguimento o miglioramento degli obiettivi di qualità del servizio idrico integrato mediante opere di ristrutturazione, sostituzione, ammodernamento ed adeguamento funzionale. Gli interventi di tipo gestionale si configurano quali investimenti nella gestione caratteristica dell’operatore e del SII con lo scopo di migliorare la funzionalità/gestione del sistema idrico, della gestione d’impresa e dei rapporti con l’utente secondo gli standard minimi previsti dalla normativa di settore (es. costruzione di sistemi informativi, call center, attività di diagnostica delle reti, controllo e monitoraggio, etc..).

Il Piano d’Ambito Regionale stima un fabbisogno finanziario utile alla risoluzione delle criticità del sistema infrastrutturale del SII, su un arco temporale di 30 anni, pari a oltre € 11’650’000’000, riferito a interventi di realizzazione di nuove opere, interventi di manutenzione straordinaria delle opere esistenti e interventi gestionali, secondo la suddivisione per asset del SII riportata nella tabella in calce.

Punto forza del Piano è costituito dall’implementazione dell’intero processo in un sistema informativo progettato per un adeguamento progressivo con la logica del miglioramento continuo, con aggiornamenti previsti ogni due anni per l’identificazione degli interventi possibili in relazione alle risorse economiche disponibili, degli interventi completati e della identificazione di nuove criticità puntuali emergenti.

A seguito dell’adozione del Piano, sarà dato avvio alla fase di consultazione pubblica durante la quale chiunque interessato potrà evidenziare carenze o fornire ulteriori elementi conoscitivi che potranno essere integrati all’interno del Piano e del Rapporto Ambientale, al fine di completare positivamente il processo di approvazione definitiva del Piano d’Ambito Regionale

INVESTIMENTI SU OPERE ESISTENTI

Sistema

Asset del servizio

Totale

Acquedottistico

Sorgenti

€ 1’974’890

Pozzi

€ 2’468’383

Cloratori

€ 103’750

Potabilizzatori

€ –

Adduttrici

€ 2’197’198’208

Serbatoi

€ 45’478’939

Partitori

€ 4’452’250

Sollevamenti AQ

€ 24’644’004

Reti di Distribuzione

€ 3’028’263’533

Fognario – Depurativo

Reti Fognarie

€ 2’378’154’435

Collettori

€ 449’657’130

Sollevamenti FG

€ 18’318’006

Sfioratori

€ 110’500

Canali Fugatori

€ 81’167’295

Impianti di Depurazione

€ 531’169’761

Scarichi

€ 1’092’000

Totale

€ 8’764’253’082

Investimento su opere esistenti Tot . pro-capite

1’511 €/Ab.

INVESTIMENTI SU NUOVE OPERE

Sistema

Asset

Totale

Acquedottistico

Serbatoi

€ 540’081’611

Reti di Distribuzione

€ 590’721’645

Fognario – Depurativo

Reti Fognarie

€ 912’800’843

Impianti di Depurazione

€ 131’424’898

Totale

€ 2’175’028’997

Investimento su nuove opere Tot . pro-capite

375 €/Ab.

INVESTIMENTI GESTIONALI

Sistema

Asset

Totale

Gestionale

Misuratori di utenza

€ 340’758’000

Beni Immateriali

€ 382’911’672

Totale

€ 723’669’672

Investimenti gestionali Tot . pro-capite

125 €/Ab.

 

GRAN TOTAL

€ 11’662’951’500

INVESTIMENTO TOT . PRO-CAPITE

2’010 €/Ab.

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