Giustizia tributaria, De Lise: “non limitare diritti di difesa del contribuente”
“Con l’emendamento al decreto legge n. 146/2021, approvato martedì 30 novembre, è stata prevista la non impugnabilità dell’estratto di ruolo. Cambia anche la possibilità di impugnazione diretta del ruolo e della cartella di pagamento invalidamente notificati, che è stata limitata soltanto al verificarsi di specifiche e residuali ipotesi. La modifica avrà un forte impatto sul diritto di difesa del contribuente, limitandolo fortemente e generando un vero e proprio corto circuito. E di certo non aiuterà a “sfoltire” la numerosa mole di ricorsi proposti innanzi la Giustizia Tributaria”. Lo afferma Matteo De Lise, presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili.
“L’obiettivo prefissato dell’emendamento (riduzione del contenzioso e limitazione di ricorsi strumentali) potrà essere raggiunto soltanto in seguito a una seria e organica riforma della Giustizia Tributaria, troppe volte invocata ma non ancora attuata”, evidenzia De Lise, che ricorda come nel manifesto sulla riforma del processo tributario pubblicato dall’Unione lo scorso giugno, siano state proposte alcune idee “che potrebbero risultare efficaci anche per risolvere i problemi sorti in relazione all’impugnazione dell’estratto di ruolo. Penso all’introduzione di giudici professionali e specializzati a tempo pieno, che garantirebbero maggiore presenza presso le Commissioni Tributarie, migliorando il loro funzionamento e contribuendo allo snellimento delle numerose cause pendenti. E anche l’affidamento della gestione del reclamo-mediazione tributaria ad un organo terzo rispetto alle parti processuali, ad esempio al Garante del contribuente o ad un giudice monocratico, potrebbe conferire finalmente efficacia a questo strumento deflativo”.