Natale 2021 senza luce, acqua, gas: donati quintali di legname ad una 62enne
Fare la differenza per una persona emarginata e fragile, per provare a rendere più lieto il periodo delle festività natalizie. Con questo obiettivo l’associazione romana Radices ha deciso di donare cinque quintali di legna da ardere alla signora M. S., che vive una condizione di isolamento sociale, chiusa nella sua casa, da più di quarant’anni. La sua abitazione situata lungo le sponde dell’Aniene, priva di luce, gas e acqua corrente, è lo specchio dell’estrema condizione di disagio materiale, fisico e psicologico in cui si trova questa donna. Dopo la morte dei genitori è rimasta sola e oggi le uniche persone che incontra sono gli operatori e i volontari domiciliari della Caritas diocesana di Roma che l’hanno conosciuta successivamente all’invio da parte del servizio sociale. Le sue giornate sono tutte uguali, passate a coltivare il suo piccolo orto.
“Il nostro intervento, che può sembrare piccolo agli occhi di molti, è un grande gesto di solidarietà che vuole fare la differenza per questa donna. A Natale, nessuno merita di restare solo. Con questo carico di legname la signora potrà scaldarsi fino alla fine dell’inverno, se non oltre”, spiega Carmela Tiso, presidente dell’associazione.
L’isolamento sociale è un fenomeno sempre più diffuso nella nostra città, invisibile ai più, poiché queste persone, a differenza dei senzatetto, nascondono il loro disagio tra le mura della loro abitazione. Di qui la difficoltà di individuarli e di aiutarli.
“Ci auguriamo che questo gesto possa essere d’ispirazione per altre realtà o persone che sentono di dover fare qualcosa per lottare contro questo dramma sociale. Se si facesse più rete tra le varie associazioni e i volontari, l’isolamento sociale potrebbe essere efficacemente combattuto. In questo la Caritas ci ha mostrato la strada da seguire”, conclude la presidente dell’associazione romana.
La CRS – Cooperativa Roma solidarietà – promossa dalla Caritas di Roma è l’ente gestore del “Servizio di contrasto alle forme di esclusione e isolamento sociale, c.d. barbonismo domestico”, un progetto che si può sintetizzare “contro la solitudine” gestito a partire dal 2018.
“In questi anni abbiamo conosciuto circa 600 persone che vivono in queste condizioni, in tutte le zone di Roma. Importante sottolineare come sia un fenomeno trasversale che non riguarda un determinato quadrante della città, abbiamo conosciuto anziani, adulti e famiglie che vivono nei quartieri “bene” così come nell’estrema periferia”, dichiara Luca Murdocca, responsabile del Servizio.
Oggi la signora M.S. continua a beneficiare dell’aiuto dell’organizzazione diocesana, che ha messo in piedi una rete di assistenti sociali, educatori professionali, operatori domiciliari, operatori socio sanitari e psicologi per far fronte al problema del c.d. barbonismo domestico.