PNRR, SMI: “Raccogliere sfide per colmare carenza medici”

“Abbiamo inviato una lettera aperta alle autorità politiche ed amministrative del nostro Paese affinché si adottino provvedimenti strutturali per i medici. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, infatti, persegue l’obiettivo di rafforzare e rendere più sinergica la risposta sanitaria territoriale e ospedaliera. Le risorse complessivamente destinate alla missione ammontano a 19,72 miliardi di euro, pari al 9 per cento delle risorse totali del Piano, queste risorse seppur notevoli non sembrano ancora sufficienti per fronteggiare le questioni in tema di mancanza di organici nella medicina generale e in quella ospedaliera, così come, per avviare una giusta valorizzazione delle professioni mediche”, così Pina Onotri, segretario generale del Sindacato medici italiani (Smi), in una dichiarazione.

“La carenza dei medici di medicina generale e di medici dotati dei requisiti professionali essenziali allo svolgimento dell’attività specialistiche e l’importante ricambio generazionale in atto devono, necessariamente, fa prevedere un adeguamento degli accessi e delle relative borse di studio al corso di formazione specifica in medicina generale, tuttora insufficienti. Tra il 2018 e il 2025- continua Onotri- dei circa 105.000 medici specialisti attualmente impiegati nella sanità pubblica, ne andranno in pensione la metà (52.500), per il 2025 si prevede una importante carenza di circa 16.500 specialisti; 27.000, invece, saranno i medici di medicina generale che andranno in pensione nei prossimi cinque anni, lasciando deserti interi ambiti di assistenza primaria e continuità assistenziale (ex guardia medica), senza contare che le ambulanze del 118 saranno completamente demedicalizzate”.

“Oggi, già, vi sono più di tre milioni d’italiani senza medico di famiglia, soprattutto nelle aree disagiate del nostro paese e nelle zone periferiche delle nostre città. Le sedi di guardia medica vengono accorpate, lì dove possibile, altrimenti chiuse del tutto. È ormai quasi impossibile trovare un medico a bordo di un’autoambulanza- aggiunge Onotri- lì dove molti problemi potrebbero essere risolti a domicilio del paziente, per evitarne l’ospedalizzazione. Tutto questo nonostante l’assistenza di base rientri nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza). I sindaci sono le prime autorità pubbliche chiamate all’azione in difesa della salute dei cittadini e l’ attuale mancanza dei medici di medicina generale è un problema non più differibile. Per tutte queste ragioni chiediamo a tutte le autorità politiche ed amministrative di agire per quanto di loro competenza e nelle opportune sedi istituzionali. Occorre valorizzare la medicina generale sia attraverso una capillare e ormai non più procrastinabile riforma del sistema di formazione, in vista del pensionamento di migliaia di medici, sia attraverso il riconoscimento della professionalità dei medici ancora in servizio attivo, scongiurando, così, l’emigrazione verso altri paesi europei delle nuove leve. Il nuovo accordo collettivo nazionale per il rinnovo della convenzione dei medici di medicina generale, attualmente in discussione tra parte pubblica e sindacati di categoria, invece preludere ad una migliore organizzazione del lavoro e maggiore valorizzazione dei professionisti va in direzione completamente opposta. Ciò favorirà i prepensionamenti e renderà meno attrattiva la professione per i giovani che già oggi non partecipano ai bandi per l’assegnazione delle zone carenti. La pandemia non ha fatto altro che accelerare un processo ormai in atto da anni”, conclude Onotri.

(Red/ Dire)

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