Vaccino pediatrico, Esposito: “Per bambini, regalo Natale vero e proprio”

“L’approvazione del vaccino pediatrico è una novità straordinaria, un regalo di Natale vero e proprio per i bambini. I timori sono assolutamente ingiustificati perché è un’opportunità che viene offerta alla popolazione tra i 5 e gli 11 anni, attualmente molto coinvolta dall’infezione da Sars-CoV-2”. A sottolinearlo senza mezzi termini è Susanna Esposito, responsabile del tavolo tecnico malattie infettive della Società italia di pediatria (Sip), nel corso di un’intervista a Tg3 Fuori Tg.

“Ricordiamoci che in questo momento gli under 18 rappresentano il 20% dei nuovi casi e tra questi circa la metà riguarda la popolazione 5-11 anni. Per cui il vaccino è un’opportunità preventiva enorme”, rimarca Esposito.

In merito al dosaggio inferiore di vaccino per la fascia 5-11 anni rispetto a quello utilizzato nelle persone più grandi (10 µg rispetto a 30 µg), l’esperta evidenzia che “la dose deriva da studi che si chiamano di ‘dose-finding’ cioè di identificazione della dose minima capace di determinare una risposta anticorpale protettiva. Quindi il dosaggio non è meno efficace”.

Riguardo poi alla protezione nei confronti delle varianti Esposito evidenzia che “i dati che derivano da Israele sono molto interessanti perché dimostrano come con una copertura vaccinale elevata e con il booster, una volta scaduto l’intervallo temporale di 6 mesi in cui il vaccino di per sé riduce la sua efficacia, è possibile contenere anche questa nuova variante. Come è stato sottolineato- dice- serve del tempo per vedere come si comporta la variante ma ci tengo a ribadire il fatto che quando combattiamo un agente infettivo quello che porta a vincere sono le elevate coperture vaccinali. Quindi l’opportunità di vaccinare 3 milioni di bambini è straordinaria”.

Perché è importante vaccinare anche i bambini? “Innanzitutto per loro stessi- dice Esposito- perché vaccinarsi significa in primis evitare le forme gravi che possono verificarsi. Noi non abbiamo delle condizioni di rischio che ci permettono di identificare il bambino che se prende il Covid richiederà ricovero o svilupperà la Mis-C”. Poi c’è il discorso del long Covid, “secondo diversi studi la prevalenza è molto variabile, addirittura dal 5 al 60%- spiega- dunque servono degli ulteriori dati ad hoc, certo è che si tratta di una realtà”.

Poi ci sono le scuole. “La scuola per un soggetto che ha tra 5 e 18 anni è un momento importantissimo di crescita, non è solo un ambiente nozionistico, la scuola serve proprio per far sì che i bambini e i ragazzi sviluppino la propria personalità e alle scuole si aggiungono quelle attività ricreative che prevedono socialità”. Infine “il discorso di vaccinare i bambini per non infettare i familiari, soprattutto se hanno patologie croniche o sono anziani, è di sicuro importante, ma è un valore aggiunto come lo è il fatto che più si alzano le coperture più è possibile ridurre la circolazione virale e far sì che le varianti non compaiano”.

(Mab / Dire)

Redazione

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