Aggressione in discoteca con calcio in testa: Polizia ferma 18enne
La Polizia di Stato di Milano ha eseguito un’ordinanza della misura cautelare dell’obbligo di dimora con prescrizioni e dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, emessa dalla Procura del Tribunale di Milano nei confronti di un 18enne milanese ritenuto responsabile dell’aggressione compiuta ai danni di un 20enne, lo scorso ottobre, nei pressi del locale “Sio Cafè” di via Pirelli.
Le indagini condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Milano hanno preso il via dall’intervento dei poliziotti delle volanti che, lo scorso 9 ottobre, poco dopo le ore 05.00, si erano portati presso il locale ove era stata segnalata una brutale aggressione: giunti sul posto avevano trovato un giovane disteso al suolo in stato di semi-coscienza, con frattura dell’osso temporale e una grave emorragia cerebrale diagnosticate poi dai sanitari. Si trattava di un ragazzo residente in provincia, all’epoca ventenne, cui, dopo una discussione avvenuta all’interno del locale, era stato sferrato un calcio al volto da un altro avventore poi fuggito.
Gli agenti della Sezione Reati contro la Persona della Squadra Mobile, analizzati i filmati delle videocamere di sorveglianza e sentiti i testimoni, hanno sviluppato l’attività investigativa che li ha portati ad individuare la persona ritenuta responsabile delle gravi lesioni inferte: si tratta di un 20enne, con precedenti di polizia, residente a Cinisello Balsamo (MI) che, la sera dell’aggressione, avrebbe creato numerosi problemi all’interno della discoteca, motivo per cui sarebbe stato allontanato più volte dalla security.
A seguito di quest’ultimo episodio, considerato che, nonostante il locale fosse stato destinatario di due sospensioni nel 2017 e nel 2019, per 20 e 10 giorni, le problematiche inerenti a risse e aggressioni non si erano placate, il Questore di Milano lo scorso 11 novembre aveva decretato, revocando la licenza al titolare, la chiusura del locale in cui si erano verificati diversi episodi violenti che avevano coinvolto gli stessi addetti alla sicurezza, non autorizzati al servizio di vigilanza.