Amianto, almeno 350mila bimbi ancora esposti: anche in classe
L’Associazione culturale pediatri (Acp) “sottopone all’ attenzione della politica il rischio tuttora esistente legato alla presenza dell’amianto nelle scuole italiane. Rischio che espone dai dati dell’Onu- scrive Acp in una nota- circa 350mila bambini e 50mila docenti nel nostro Paese”.
Già nel 2012 in un articolo di Quaderni Acp si evidenziava come lo stato delle bonifiche degli edifici scolastici fosse lacunoso, iniziale, in alcuni casi ancora da mappare, ma vi era già la certezza che l’amianto è rischioso per la salute, soprattutto nelle situazioni di deterioramento dei manufatti che lo contengono, e che non era possibile attendere oltre. “Sembra però che in Italia ci sia una facilità a dimenticare, o se volete una difficoltà a ricordare e che sia sempre necessario un atto giudiziario per rompere l’incantesimo dell’oblio e riportarci alla realtà”, sottolineano Vincenza Briscioli, Giacomo Toffol e Elena Uga pediatri parte dei Pump, gruppo Pediatri per un mondo possibile di Acp.
“È quello che è accaduto il 20 dicembre, quando il giudice del lavoro del tribunale di Bologna ha condannato il ministero dell’Istruzione al risarcimento agli eredi del danno (930.258 euro) per la morte di mesotelioma per esposizione ad amianto della professoressa Olga Mariasofia D’Emilio”.
La recente direttiva della Commissione europea (1° ottobre 2021) chiede ad ogni Stato membro una valutazione che stimi le quantità e i tipi predominanti di materiali contenenti amianto da rimuovere da edifici e infrastrutture. In particolare “si richiede una tabella di marcia per la rimozione dell’amianto, che attribuisca priorità a determinati immobili- quali scuole, strutture sanitarie, palestre e/o alloggi sociali- e preveda traguardi intermedi e valutazioni periodiche dei progressi compiuti almeno ogni 5 anni- ricorda Acp- Nel XXII rapporto Ecosistema Scuola di Legambiente presentato a ottobre scorso per il rischio ambientale indoor, si segnala che le amministrazioni che hanno effettuato monitoraggi per rilevare la presenza di amianto negli edifici scolastici sono l’87% (al Nord 89,5%, al Centro 73,3% al Sud 86,7%, nelle Isole 100,0%); dichiara di averlo bonificato in tutti gli edifici scolastici il 68,9% delle amministrazioni(Nord 60,7%, centro 77,8%, Sud 66,7%, Isole 83,3%), mentre presenta amianto non bonificato il 4% degli edifici (in particolare al Nord 6,9% Centro 0,2% Sud 0,6% Isole 2,5%). Secondo Ona (Osservatorio nazionale amianto), circa 356mila studenti (sul totale di 8.300.000), ai quali si aggiungono 50.000 tra docenti e personale scolastico, sono esposti all’amianto e in molti casi i materiali utilizzati sono interni, e quindi contaminano direttamente i luoghi in cui si svolge l’attività didattica”.
Infine Acp segnala che “il decreto ex dg sta 6 dicembre 2019 n.467 definisce il piano di bonifica da amianto finalizzato a sostenere gli interventi di rimozione e smaltimento di amianto dagli edifici scolastici e ospedalieri di proprietà pubblica”.
E che anche l’Oms “ha recentemente segnalato come la situazione italiana sia preoccupante. Il 13 dicembre 2021 il relatore speciale M.A. Orellana delle Nazioni Unite ha scritto nella relazione riguardante la sua visita ai siti contaminati italiani che ogni persona ha diritto di vivere in un ambiente sano e privo di sostanze e rifiuti tossici e che il governo italiano dovrebbe intensificare gli sforzi per rimediare agli impatti negativi che questi rifiuti determinano”.
(Mab / Dire)