Canone Rai, l’ad Fuortes: “È il più basso in Europa”

La Rai può essere finanziata esclusivamente dal canone se tutti i 90 euro chiesti ogni anno finissero nelle casse della Rai: alla tv pubblica, alla fine, spettano poco più di 74 euro (lo Stato infatti trattiene una percentuale sul gettito).

Per l’ad Rai, Carlo Fuortes, in audizione in commissione Lavori Pubblici al Senato, il canone televisivo, così com’è, “è una risorsa incongrua rispetto agli obblighi e alle attività che la Rai svolge ed è tenuta a svolgere come certificato anche dalla Contabilità separata. Il finanziamento del servizio pubblico, nell’ammontare appropriato, è quindi un prerequisito indispensabile, deve essere cioè tale da non porre la società in una condizione di “minorità”, tale da impedire di rispettare l’essenziale principio di indipendenza che costituisce la qualità che connota la costituzione dei servizi pubblici e la loro capacità di agire. E’ indubbio che il finanziamento debba essere commisurato e adeguato agli obblighi assegnati, stabile e trasparente”.

L’ad ha poi ricordato che nella sua relazione in Vigilanza Già lo scorso 12 ottobre, nella relazione in sede di Vigilanza, Fuortes aveva già denunciato che “rispetto agli altri broadcaster pubblici, il servizio pubblico italiano è complessivamente sottofinanziato in riferimento ai costi associati agli obblighi ad essa imposti e che rispondono all’esigenza di essere, tra l’altro, pluralista”.

Guardando al resto d’Europa, ad esempio in Croazia si pagano 127 euro all’anno, in Svizzera 312 euro, in Francia 138 euro, nel Regno Unito 185 euro e in Germania 220€.

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Redazione

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