Cesa. UpC: “Scuole chiuse e DAD, così non va”
“Pochi minuti dopo la sentenza del TAR Campania che ha demolito l’ordinanza di chiusura delle scuole emanata da De Luca, a Cesa sono emersi motivi diversi dal Covid non solo per non aprirle ma addirittura per attivare la contestatissima DAD. Il pronunciamento del TAR ha messo a nudo i ritardi dell’amministrazione nella manutenzione dei plessi e delle antipatiche invasioni di campo, con tanto di interpretazione singolare della normativa e la più classica delle “toppe”. Tenere le scuole chiuse per problemi alle strutture dopo venti giorni di chiusura, rivela disorganizzazione e mancanza di programmazione”. Così, in una nota, il gruppo consiliare di minoranza Uniti per Cesa.
“Visto che non si tratta di problematiche che sorgono da un giorno all’altro, il periodo di chiusura per le festività natalizie doveva essere utilizzato per eventuali interventi nei plessi, e invece, proprio nel giorno della riapertura dovuta alla sentenza del TAR Campania, si scopre che non si può andare a scuola. Veniamo poi alla seconda questione, non meno spinosa. L’amministrazione comunale, con tanto di avviso ufficiale, ha invitato “per le vie brevi” la dirigenza scolastica ad attivare la DAD. La deroga al principio generale dello svolgimento dell’attività in presenza è possibile solo nel caso tassativamente delimitato dall’art. 4 del Testo del decreto-legge 6 agosto 2021, n. 111 coordinato con la legge di conversione 24 settembre 2021, n. 133. Non è a discrezione né della parte politica né della dirigenza scolastica ed è ascrivibile alla sola ragione sanitaria legata all’emergenza Covid. Cesa non è uno Stato a parte. Valgono le stesse leggi applicate e rispettate nei Comuni e nelle Scuole del resto d’Italia”.