Covid, Magi: “Ospedali, rimandato 80% prestazioni programmate”

“In questo momento la situazione negli ospedali è molto pesante e non abbiamo ancora raggiunto il picco che ci aspettiamo possa esserci alla fine del mese”. A rinnovare alla Dire la sua preoccupazione per l’aumento dei contagi da Covid-19 e la conseguente pressione sulle strutture sanitarie regionali è Antonio Magi, presidente dell’Ordine dei medici di Roma.

“Il problema è di due tipi- spiega il medico- da un lato l’aumento dei positivi porta esponenzialmente a un aumento delle persone che si presentano in pronto soccorso intasandone quindi la normale attività. Dall’altro- precisa ancora Magi- è che aspettandoci numeri ancora più alti nei prossimi giorni, è necessario tenere i posti letto disponibili e questo va a incidere su tutta quella che è l’attività programmata degli ospedali”. In sostanza “si sta creando nuovamente una situazione di stallo, non riusciamo più a curare gli altri malati. In questo momento siamo bloccati come posti letto e non possiamo garantire circa il 70-80% delle prestazioni. E’ chiaro che non si può andare avanti così”.

Attualmente “abbiamo circa l’85% di persone ricoverate per Covid che è rappresentato da non vaccinati, sono dunque pazienti che hanno una situazione di malattia conclamata un po’ più grave rispetto ai vaccinati e quindi hanno anche una degenza lunga. Il restante 15% sono vaccinati ma per la maggior parte con altre patologie conclamate e la loro è una degenza breve che generalmente va dai 3 ai 7 giorni al massimo”. Questa la fotografia dei reparti ordinari. “Nelle terapie intensive, invece, le persone non vaccinate sono circa il 90%- precisa Magi- ed è una situazione che crea delle difficoltà anche di natura operativa perché se buona parte del personale, come ad esempio gli anestesisti, viene mandato nelle intensive allora non può stare in sala operatoria e dunque anche gli interventi chirurgici si riducono in maniera importante”.

E’ uno scenario in cui “ci sono delle difficoltà obiettive- sottolinea Magi- la prima delle quali è proprio la carenza di personale, è necessario lavorare molto sulle assunzioni e rendere anche più attrattivo il servizio sanitario regionale per evitare che i medici preferiscano andare altrove”. Secondo Magi il Lazio toccherà il picco di contagi “verso il 20-25 gennaio, poi dovrebbe iniziare una discesa molto lenta, non rapida, per arrivare ad avere una situazione più sostenibile verso la fine di febbraio-marzo. Tutto questo, però, legato al fatto che continui la campagna vaccinale delle dosi booster e che si incrementino anche le vaccinazioni dei bambini”.

Per quanto riguarda la riapertura delle scuole, ormai prossima, il presidente Omceo Roma sottolinea come “a livello sanitario è chiaro che l’ambiente scolastico sia, in generale, un notevole diffusore di contagi, anche per quanto riguarda l’influenza ma mi rendo conto- dice- che nel rimandarne l’apertura ci sono problemi legati alla formazione dei ragazzi già provati da questi due anni di pandemia. E’ una scelta che deve essere fatta dalla politica, a livello sanitario sicuramente la scuola va gestita nel migliore dei modi possibile”, conclude.

(Mab / Dire)

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