Covid, ospedalizzazioni tra i piccoli dovute a combinazione con altri virus
“I bambini, soprattutto sotto i 5 anni e che sono ricoverati presso l’ospedale pediatrico Bambino Gesù, sono colpiti da vari virus oltre il Coronavirus. Questo determina una maggiore vulnerabilità, una terapia ospedaliera e quindi un ricovero, a volte la terapia intensiva. Questo rispecchia quanto già sta succedendo negli Stati Uniti, una vera epidemia che ha colpito soprattutto la fascia di età non eleggibile per il vaccino contro il Sars-CoV-2. In ogni caso se aumentano le infezioni Covid aumentano anche i ricoveri, e di conseguenza salgono i numeri dei più piccoli a rischio ospedalizzazione. É una fotografia allarmante quella che Guido Castelli Gattinara, pediatra e infettivologo che dirige il centro vaccinazioni dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù, restituisce all’agenzia Dire.
“Questi bambini, peraltro sani e che non hanno alcuna patologia seria e comorbidità, sono stati colpiti da una combinazione di virus: Covid e rinovirus, o Covid e virus influenzale o ancora Covid e virus sinciziale, che determinano quadri di complicazioni cliniche anche gravi- sottolinea Gattinara, a conferma di quanto viene segnalato dagli ospedali in queste ore e su cui anche la Federazione italiana delle aziende ospedaliere, Fiaso, è intervenuta segnalando una crescita dei contagi tra i piccoli dell’86% nell’ultima settimana. “Se nelle prime fasi della pandemia ci preoccupavamo delle persone più avanti con l’età, che giustamente rischiano maggiormente la vita, ora i nuovi casi sono per lo più in età pediatrica. Proprio perché non è vero che il Covid non colpisca i più piccoli. Fortuantamente- evidenzia Gattinara- sono pochi coloro che sono stati ricoverati in terapia intensiva, pochissimi infatti hanno avuto bisogno di un supporto ventilatorio ma ci sono stati anche casi di ossigenazione meccanica, quindi di essere intubati”.
Una situazione che non riguarda solo i bambini che ancora non possono fare la somministrazione, ma anche coloro che pur avendo il vaccino a disposizione non vengono immunizzati per timori da parte dei genitori. “Purtroppo la campagna non sta andando bene, del resto la variante maggiormente infettiva ha iniziato a diffondersi non appena la campagna è partita e le perplessità dei genitori hanno fatto il resto. Ma questo è un vaccino ormai testato su milioni di bambini e non c’è più spazio per i dubbi, a maggior ragione perché i bambini sotto i 5 anni hanno risposto ancora meglio alla somministrazione degli adolescenti e degli adulti”.
E se i casi continuano ad aumentare, è necessario suggerire uno slittamento della riapertura delle scuole dopo la pausa natalizia? “Il Bambino Gesù ha condotto uno studio sulla trasmissione del virus tra i bambini a scuola, sulla base delle varianti precedenti, e non ci sono dati che ci indicano una condizione di particolare rischio. Anche perchè- aggiunge l’infettivologo dell’ospedale pediatrico- la scuola è un presidio per la salute fisica e mentale per i bambini e per i ragazzi. Certamente è importante che vi sia un’importante copertura vaccinale per i bambini sopra i 5 anni che possono ricevere la somministrazione e strumenti di prevenzione prima, durante e dopo le lezioni, ma è talmente vitale la scuola, che non si può pensare ad uno slittamento- conclude Gattinara.
(Org/ Dire)