Dl Malattia, Bonandini: “giusto tutelare soltanto i professionisti iscritti agli Albi”
“Tutelare soltanto il ‘diritto alla salute’ dei professionisti iscritti a un Albo professionale, come sancito nel Dl Malattia recentemente approvato, è corretto e opportuno. Lo è perché gli Albi sono una garanzia per tutti, professionisti e clienti, e chi si pone fuori da questo mondo non può godere dalle protezioni che il legislatore ha stabilito. E poco importa se si rientra nelle categorie elencate nella legge del 2013 sulle professioni non riconosciute perché, nella realtà dei fatti, indossare il cappello di professionista non iscritto ad Albo professionale significa non sottostare a tutti gli onerosi obblighi cui invece sono tenuti gli iscritti. E ledere, dunque, la concorrenza”. Lo afferma Alessandro Bonandini, vicepresidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili.
“Lascia perplessi, in questo senso, la presa di posizione del presidente dell’Istituto nazionale tributaristi che, in una lettera indirizzata al presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, rivendica una lesione della concorrenza derivante dalla disposizione contenuta della legge di Bilancio 2022”, evidenzia Bonandini.
Il presidente dell’Ungdcec, Matteo De Lise, sottolinea, invece, come “per l’iscrizione ad un Albo professionale è necessario un titolo di studio, un periodo di pratica professionale e un esame di stato, nondimeno una volta iscritti è necessario rispettare il codice deontologico, maturare crediti formativi, sottostare alla normativa antiriciclaggio e privacy e sottoscrivere una polizza assicurativa, il tutto a tutela della collettività. Lo scopo è garantire al contribuente uno standard qualitativo e professionale che in qualche modo possa tutelare il sistema economico”.