Quirinale, scintille a sfondo sessuale Sgarbi-De Luca
Fase finale del quinto scrutinio per l’elezione del Capo dello Stato. Alla Camera i grandi elettori ingannano il tempo come possono. Tra Luca Zaia e Vincenzo De Luca c’è la sintonia che di solito matura tra colleghi: odi et amo. “Hai votato?” si informa De Luca. “Certo”, lo tranquillizza Zaia. “Ti fotograferò e ti ricatterò a vita. Candidare Casellati è stata un’intuizione luminosa“, lo sferza il governatore campano.
I giornalisti ascoltano curiosi. Presidente, ma di Cassese che ne pensa? “Altra intuizione luminosa. Mi ricorda l’ultimo Cernenko, quando lo tenevano in piedi con la stecca”, dice De Luca, e fa il gesto del braccio sorretto dalla mano. Com’è noto, Cernenko fu eletto segretario del Pcus, nel 1984 dopo la morte di Andropov, che era già malato. Fu portato a votare alle elezioni del 1985 che era quasi moribondo.
Arriva Vittorio Sgarbi e la conversazione non sale di livello. Genere amarcord. “Io e Bossi litigavamo molto. Un giorno io stavo con Milly D’Abbraccio. Lui mi guarda e mi fa: siamo divisi su tutto, solo la figa ci unisce“. De Luca alza le sopracciglia. “Ma ti rendi conto dove stai?“, e invita Sgarbi a ricordarsi che i cronisti, attorno, ascoltano. “Ma sai, erano gli anni ’90 – si spiega il critico d’arte – Erano tutti gay. Tu sei gay, vero?“. De Luca ansima in un silenzio teso. La mascherina vibra quando pronuncia le parole: “Te pozzan accirere“. Sgarbi non sembra capire.
(Dire)