L’ex governatore Lombardo: “Ho danneggiato la mafia, mia vita politica interrotta”

“In Italia la presunzione d’innocenza non esiste. Specie per un politico si costruisce, da parte dei media, la presunzione di colpevolezza”. Lo dice l’ex presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, assolto in appello dalle accuse di concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione elettorale, in una intervista al quotidiano ‘La Sicilia’.

“È provato che alla mafia ho fatto danni: basta citare l’alt all’eolico – aggiunge -. Non ho fatto assumere, per conto di un mafioso, nemmeno un netturbino precario”. Lombardo afferma di avere “solo un grande rammarico: la mia vita politica è stata bruscamente interrotta – afferma -. Quando, assieme a un gruppo di persone di alto livello s’era avviato un percorso di riforme. Sarò presuntuoso, ma è così. E non si può più tornare indietro”.

Lombardo, che racconta di avere ricevuto tra le telefonate post-sentenza anche quella di Silvio Berlusconi (“gentile e affettuoso: ‘ti voglio bene, vienimi a trovare'”), poi affronta il tema Regionali e risponde così a una domanda sull’attuale governatore, Nello Musumeci: “Se è già fuori dalla partita? A tutto c’è rimedio – risponde Lombardo -. Se lo si vuole trovare. Quel Palazzo gioca brutti scherzi. Chi sta lì dentro sembra irrigidito negli affetti, si vive una sindrome dell’accerchiamento, ma Musumeci è sempre il presidente uscente, ha una chance in più rispetto agli altri”.

(Sac/Dire)

Redazione

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