Università, Tommasetti: “Calo delle immatricolazioni? Non è solo colpa del Covid”
“Gli ultimi dati forniti dall’ufficio di Statistica del MUR sulle immatricolazioni in Italia, seppur non ancora definitivi, ne evidenziano un calo del 3% per l’anno accademico 2021/22. Con 10 mila iscritti in meno rispetto allo scorso anno, nonostante l’allargamento della no tax area da 20 a 23 mila euro con possibilità per gli atenei di spingersi fino a 30 mila, l’obiettivo di avvicinarsi alla media europea si allontana ulteriormente. Tutto ciò si traduce in una perdita di prezioso capitale intellettuale per il nostro Paese, al quale occorre prestare rimedio”. Così il prof. Aurelio Tommasetti, Responsabile Nazionale Dipartimento Università della Lega.
“La condizione del sistema universitario è infatti critica: l’Italia è penultima per numero di giovani laureati (seguita soltanto dalla Romania) e ultima per numero di adulti laureati nonché per spesa pubblica in istruzione terziaria. Male anche il diritto allo studio: siamo il secondo Paese dell’UE con tasse universitarie più alte, con solo il 14% di beneficiari di una borsa di studio (a fronte del 68% della Finlandia, del 33% della Francia e del 28% della Spagna) e solo il 3% di beneficiari di un posto letto.
Insomma, non si deve cadere nella tentazione di sottovalutare il problema adducendo la responsabilità al COVID o alla DAD, che pur hanno inciso, o ritenerlo un calo fisiologico dopo l’aumento di immatricolazioni registrato l’anno scorso. È preoccupante – continua l’ex rettore dell’Università di Salerno – lo scenario delle Isole, che subisce addirittura una riduzione del 7% di immatricolati. Come Lega – conclude Tommasetti – siamo convinti che, per costituire un’ effettiva opportunità, le risorse del PNRR debbano essere allocate per attuare un serio programma di riforme strutturali e di interventi mirati a colmare gli evidenziati ritardi del sistema italiano”.