Vaccino, Sileri: “Non credo servirà obbligo per tutti”

“Le persone- ha detto Sileri- devono essere formate e la formazione del medico passa attraverso un percorso che non può essere ridotto. Sono aumentate le borse di studio così come i posti nelle scuole di medicina. Stesso discorso per gli infermieri: certe figure non si trovano dietro l’angolo. Si può aprire ai medici stranieri residenti in Italia ma serve tempo. Questo è il frutto di politiche passate e necessità di bilancio che hanno portato da una parte a far quadrare i conti e dall’altra a delle carenze strutturali e di personale del sistema sanitario. I fondi che il SSN sta mettendo in più dall’inizio di questa legislature quelli del PNRR tenderanno a colmare molti problemi strutturali ma la parte formativa ha bisogno di tempo”. Così Pierpaolo Sileri, sottosegretario al ministero della Salute, è intervenuto ai microfoni de L’Italia s’è Desta condotta dal direttore Gianluca Fabi e Matteo Torrioli su Radio Cusano Campus. Sileri ha fatto il punto sul covid e sui futuri interventi per potenziare il Sistema Sanitario Nazionale. Walter Ricciardi nei giorni scorsi ha denunciato la mancanza di personale negli ospedali, sottolineando che servirebbe assumere 50mila persone.

Sileri ha quindi spiegato che potrebbero essere allentate le restrizioni del green pass: “L’alta percentuale di vaccinati così come la circolazione di un virus che è un po’ meno temibile rispetto alla variante delta ci permettono una rimodulazione di alcune regole e la rimozione della burocrazia che oggi serve per l’uscita dagli isolamenti. Va rivista quella che è la durata del green pass per chi ha completato il ciclo vaccinale. Bisogna anche rimodulare le regole per la scuola visto che anche tra i ragazzi e le ragazze aumentano i vaccinati. I provvedimenti verranno fatti sulla base dei dati ma direi che ormai ci siamo”.

Sileri ha parlato anche dell’obbligo vaccinale: “Non credo servirà avere un obbligo per tutti. Bisognerà, nel tempo, passare ad una vaccinazione per il covid fatta come quella per l’influenza, ovvero rivolgendosi soprattutto alle categorie più fragili. Anche questo però ce lo diranno i dati. Siamo in una fase di transizione ma nelle prossime settimane ci sarà un cambiamento radicale della nostra vita, un progressivo ritorno alla completa normalità”.

(Red/ Dire)

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