(VIDEO) L’edizione settimanale del TG Riabilitazione: si parla di covid, fisioterapia, sdo riabilitativa

E’ online l’edizione settimanale del Tg Riabilitazione a cura della redazione giornalistica Agenzia Dire.

Ecco i titoli:

– QUARTA ONDATA COVID, ECCO L’AZIONE DEI FISIOTERAPISTI Siamo in piena quarta ondata della pandemia da Sars Cov-2, fase caratterizzata dalla convivenza di diverse varianti, e anche il nostro Paese, come il resto d’Europa, assiste ad una nuova fase di affollamento degli ospedali e delle terapie intensive e subintensive. I fisioterapisti, come già negli ultimi due anni, sono ancora in prima linea. “Purtroppo stiamo rivedendo i reparti per acuti, le rianimazioni e le terapie intensive nuovamente intasate- conferma Simone Cecchetto, presidente Aifi- Le conoscenze che abbiamo acquisito nei periodi delle precedenti ondate stanno tornando utili ed essenziali, in particolare in riferimento alla fisioterapia respiratoria, alla prevenzione dei danni secondari e alla gestione dei pazienti long-Covid. In queste situazioni la fisioterapia interviene attraverso esercizi terapeutici, terapie manuali e fisiche, educazione terapeutica e talvolta ausili, per aiutare queste persone a superare il periodo più critico della loro degenza e anche il dopo”.

– RICCIARDI: RIABILITAZIONE CENERENTOLA SSN, DEVE TORNARE PROTAGONISTA “E’ stato calcolato che 1 persona su 3 nel mondo ha la necessità di sottoporsi a un ciclo di riabilitazione. In Europa sono 380 milioni che hanno questa esigenza di salute. Più del 50% dei pazienti che dovrebbero essere avviati a tali percorsi non riceve questo servizio. Durante la pandemia l’offerta di riabilitazione è stata ulteriormente ridimensionata, mentre cresceva la domanda riabilitativa soprattutto per i positivi che dopo l’infezione hanno riportato esiti”. A dirlo è stato Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute. “Dobbiamo per questo attivare nuovi sistemi di riabilitazione all’interno del Sistema sanitario- ha spiegato- La riabilitazione è stata vista per troppo tempo come una cenerentola dal Ssn ma oggi, anche con la pandemia, deve essere protagonista più che mai. L’obiettivo- ha concluso- è produrre e considerare la riabilitazione come parte centrale del percorso di cura. Aumentare la ricerca sulla riabilitazione e la tecnologia deve essere il nostro obiettivo”.

– COVID, RIABILITAZIONE FONDAMENTALE PER POSTUMI INFEZIONE GRAVE L’infezione da Covid-19 lascia notevoli segni e strascichi che possono durare mesi e avere conseguenze sull’apparato motorio, cardiorespiratorio e su quello psicofisico in generale. Per recuperare è fondamentale la riabilitazione in ospedale, da proseguire se necessario anche a casa. Come ha spiegato Carla Strenghetto, fisiatra presso l’ospedale Villa Bellombra a Bologna: “I pazienti affetti da forma grave di infezione Sars-Cov2 che hanno richiesto un trattamento in terapia intensiva, la sedazione e l’intubazione non sono in grado di rientrare al domicilio senza una adeguata riabilitazione, che inizia in regime di ricovero in ospedale con una presa in carico multidisciplinare. In questa squadra di lavoro il fisioterapista si occupa della rieducazione neuromotoria per far fronte non solo alla perdita di forza muscolare, all’astenia, all’affaticabilità, alla dispnea, ma anche ai danni neurologici alle retrazioni tendinee e alla impossibilità a deambulare”.

– A SAN RAFFAELE ROMA NUOVA SDO RIABILITATIVA PER ASSISTENZA Il futuro dei percorsi riabilitativi appropriati passa per una codificazione uniforme e flussi informativi omogenei. Se ne è parlato nel corso del confronto tra esperti che si è svolto presso l’Irccs San Raffaele Roma, sui nuovi criteri di appropriatezza per i ricoveri in Riabilitazione. “La Sdo riabilitativa è una novità per gran parte del territorio, ma è uno strumento adottato già da anni nel Lazio e di recente dall’Emilia Romagna, può consentire di definire il quadro reale della situazione, secondo parametri comuni- ha spiegato il direttore scientifico dell’Istituto, Massimo Fini- La parola chiave è omogeneità. Le Sdo permetteranno di utilizzare un unico linguaggio, potranno offrire un flusso di dati sovrapponibili, sulla cui base potranno poi essere verificati e praticati i nuovi criteri di appropriatezza dei ricoveri, in considerazione delle esigenze reali”.

(Mco/ Dire)

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