Covid, Sileri: “Italia come paziente che sta uscendo da fase acuta”
“L’Italia è come un paziente che sta uscendo dalla fase acuta e la terapia va adesso modulata in base al decorso”. A dirlo il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sieri che analizza il momento attuale della pandemia in Italia. “Andiamo verso una fase nella quale all’emergenza si sostituirà la convivenza col virus- afferma- e molte delle restrizioni alle quali ci siamo abituati, come il distanziamento o l’uso delle mascherine, andranno progressivamente ridotte sino al ritorno ad una nuova normalità. Dovranno rimanere invece le buone abitudini che abbiamo imparato a praticare in questi anni: per esempio, andare al lavoro con la febbre a 38° sarà da evitare per non favorire la diffusione di tutte le infezioni, non soltanto di quella da coronavirus”.
Sileri è, inoltre, tornato sulla distinzione tra casi positivi e malati: “Nella nuova normalità che dovremo raggiungere, non subito ma quando i dati ce lo consentiranno, dovremo rimodulare le misure per chi è più protetto dal virus grazie al vaccino o a precedenti infezioni. Col tempo potremo quindi abbandonare tante delle attuali restrizioni- conclude- e rivedere il green pass e la campagna vaccinale sulla base della reale esigenza sanitaria di ciascuno”.
“Transizione verso la normalità. Grazie all’elevata percentuale di vaccinati e alle caratteristiche della variante Omicron, più contagiosa ma meno aggressiva, ci troviamo oggi in una fase di transizione tra pandemia e endemia, nella quale è possibile alleggerire il peso sociale e sanitario che finora il virus ci ha imposto- prosegue Sileri- Andiamo verso la convivenza col virus, che comporterà la progressiva rimodulazione e rimozione delle misure di contenimento assunte in questa fase di emergenza. Se i dati proseguiranno nel trend delle ultime settimane e al calo dei contagi si affiancherà quello dei ricoveri – spiega il sottosegretario – non vedo ragioni per prolungare lo stato di emergenza oltre il 31 marzo”.
Sileri è tornato sulla questione della presunta maggiore mortalità per Covid in Italia: “in realtà l’Italia non è nemmeno tra i primi venti paesi al mondo per mortalità in rapporto alla popolazione: gli Stati Uniti, per esempio, hanno una mortalità più elevata- chiarisce il sottosegretario, che aggiunge: “i dati sulla mortalità, inoltre, sono difficilmente confrontabili visti i differenti criteri utilizzati per calcolarla. In alcuni paesi, infatti, sono attribuiti al Covid soltanto i decessi che avvengono entro quattro settimane dall’infezione, laddove in Italia è prevista la compilazione di una scheda molto dettagliata nella quale, anche a distanza di più tempo, il Covid può essere considerato primum movens o concausa di morte”. Sileri è infine tornato sulla scuola, per la quale “è attesa a breve una rimodulazione ed alleggerimento delle misure di contenimento grazie al progressivo aumento della copertura vaccinale nella fascia pediatrica”.
(Red/Org/Dire)