Illeciti contro reddito cittadinanza: denunciati 30 cittadini stranieri
Continua senza sosta il lavoro dei finanzieri del Comando Provinciale di Rovigo che, nei giorni scorsi, hanno denunciato 30 cittadini stranieri per aver incassato indebitamente il Reddito di Cittadinanza senza averne alcun titolo.
L’attività condotta d’iniziativa, proseguendo sul percorso investigativo già tracciato dalle fiamme gialle polesane nel corso dei precedenti servizi conclusi con le operazioni “carte false” e “sans papier”, ha confermato l’ormai diffuso sistema connotato dalla dolosa consapevolezza che tutta la procedura di richiesta del sussidio poggia su un sistema di autocertificazioni, le cd. DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica), che spesso contengono dati inesatti o falsi.
Gli accertamenti, effettuati in collaborazione e in stretta sinergia con l’INPS sulla base dell’intesa stipulata con la Guardia di Finanza a livello centrale, hanno permesso di tracciare un percorso investigativo in grado di intercettare e segnalare alle competenti autorità altri malintenzionati, mettendo fine alle erogazioni di denaro pubblico richiesto e ottenuto con mezzi fraudolenti.
In tale ottica, coordinati dal Gruppo di Rovigo, i finanzieri della Compagnia di Rovigo, della Tenenza di Occhiobello e della Tenenza di Lendinara hanno scandagliato la posizione di circa 400 persone scoprendo che ben 30 di esse erano prive del requisito dell’effettiva residenza in Italia nei termini richiesti dal D.L. n. 4/2019 (residenza in Italia da almeno dieci anni di cui gli ultimi due continuativi) e, per tale ragione, hanno denunziato alla locale Procura della Repubblica 4 responsabili; la posizione delle altre 26 persone è stata, invece, segnalata ad altre 13 Procure della Repubblica ubicate sull’intero territorio nazionale. Nel complesso, delle persone denunziate ben 28 sono di nazionalità Rumena, mentre le rimanenti 2 sono, rispettivamente, un marocchino e un cittadino del Gambia.
Nei loro confronti è stato contestato il delitto di cui all’art.7, comma 1, del D.L. n. 4/2019; contestualmente, al fine di impedire che il reato venisse aggravato e portato a conseguenze ulteriori, è stata richiesta alle rispettive Procure competenti l’emissione di apposito decreto di sequestro preventivo da eseguirsi sulle somme percepite per un ammontare complessivo di oltre 137.000 euro.
Inoltre, al fine di procedere alla revoca/decadenza del beneficio nei confronti delle persone denunciate, sono state tempestivamente inoltrate alle sedi territoriali dell’I.N.P.S. le prescritte “segnalazioni” corredate di tutti gli elementi acquisiti nel corso delle investigazioni, facendo così risparmiare alle casse Erariali oltre 370.000.
I controlli proseguono con la medesima intensità nell’interesse dello Stato e della collettività, assicurando che le risorse pubbliche assegnate per fronteggiare l’emergenza economica dei soggetti che versano in difficoltà economica siano correttamente e legittimamente destinate alle persone individuate dalla normativa italiana.