Incontinenza femminile: andare oltre i tabù

L’incontinenza urinaria, sia tra gli uomini che tra le donne, è un sintomo molto più frequente di quel che si possa immaginare. Al tempo stesso, però, è un disturbo che le persone non accettano con grande facilità, come se ci fosse una sorta di tabù da nascondere. Le statistiche internazionali rivelano che 1 donna su 4 soffre di incontinenza urinaria. Invece, se ci si basa su indagini demoscopiche svolte nel nostro Paese della Fondazione Italiana Continenza la prevalenza è del 12% in donne fra i 18 e i 70 anni di età.

Le diverse tipologie di incontinenza

Va detto, comunque, che per individuare le fasce di età più colpite è necessario valutare lo specifico tipo di incontinenza. C’è, per esempio, l’incontinenza da sforzo, che è quella che si presenta nel momento in cui la pressione addominale aumenta, per effetto di un colpo di tosse, di una risata o di uno starnuto: questa forma è più frequente nelle donne adulte. A mano a mano che si sale con età, invece, cresce la diffusione della cosiddetta incontinenza da urgenza, che è correlata a un improvviso stimolo urinario che è molto urgente. Esistono, comunque, forme miste di incontinenza, caratterizzate – cioè – dalla coesistenza delle due forme.

La diagnosi dell’incontinenza

L’approccio terapeutico all’incontinenza varia in base al tipo di problema. Spetta al medico, quindi, capire se si ha a che fare con la cosiddetta incontinenza non complicata, vale a dire dovuta ad altre malattie: in questo caso l’incontinenza non è la patologia da risolvere ma solo il sintomo di un altro disturbo. L’approccio iniziale consiste in un esame delle urine che ha lo scopo di verificare la presenza eventuale di infezioni che interessino il basso tratto urinario. Dopodiché si procede con la valutazione del residuo vescicale in seguito alla minzione. Nel novero degli esami di primo livello va inserita anche la tenuta di un diario minzionale. A partire da questo punto, poi, si può stabilire una diagnosi di presunzione, per poi prevedere una terapia farmacologica o riabilitativa.

Lo studio urodinamico

Non è detto che questo approccio conservativo sia sempre sufficiente e, di conseguenza, efficace. In tale eventualità, non si può fare a meno di procedere con esami di secondo livello: per esempio un esame indolore che prende il nome di studio urodinamico, attraverso il quale è possibile verificare il corretto funzionamento del sistema uretrale e vescicale. Non è da escludere il ricorso a un intervento chirurgico.

Il giusto approccio all’incontinenza

L’incontinenza urinaria nelle donne è correlata alla fascia di età. La medicina, per fortuna, ha messo a punto delle terapie che, a seconda dei casi, permettono di gestire o anche solo di risolvere il problema. Nel caso in cui si notino delle piccole perdite non è il caso di allarmarsi, ma è comunque preferibile consultare subito il proprio medico in modo da poter prendere in carico il problema in maniera tempestiva.

L’incontinenza da sforzo e quella da urgenza: che cosa cambia?

L’incontinenza da sforzo si presenta soprattutto durante il giorno, perché è correlata a situazioni in cui si verifica un incremento della pressione addominale. Per quel che riguarda l’incontinenza da urgenza, invece, non ci sono particolari differenze fra il giorno e la notte. A qualsiasi ora, infatti, si può presentare uno stimolo della minzione molto forte, tale da andare oltre la capacità di controllo del soggetto. Così, può succedere nelle ore notturne di svegliarsi per lo stimolo e non fare in tempo ad arrivare fino al bagno. L’enuresi notturna, invece, è una condizione per la quale le perdite si verificano solo di notte: è più frequente nei bambini ma non si esclude il suo manifestarsi anche tra gli adulti.

Come gestire l’incontinenza urinaria

Se si è appurato che l’incontinenza non è dovuta ad altre patologie organiche, è possibile adottare alcuni comportamenti finalizzati a gestire il problema, intervenendo in modo particolare sullo stile di vita. Il peso eccessivo è un problema su cui si dovrebbe intervenire, non solo con l’attività fisica ma anche a livello di dieta. Un fattore di rischio da non sottovalutare è rappresentato da un consumo eccessivo di caffeina. A volte si raccomanda di mantenere, per quanto possibile, una funzione intestinale regolare, così da non essere costretti a effettuare spinte prolungate e molto intense che potrebbero avere ripercussioni sul pavimento pelvico, sia a livello nervoso che muscolare. Per quanto riguarda il fumo, invece, non rappresenta una causa di incontinenza ma può favorire l’aumentare dei colpi di tosse, che – come abbiamo visto – sono correlati a episodi di incontinenza da sforzo. Le donne tendono a essere più esposte al rischio di incontinenza rispetto agli uomini sia per la fisionomia dell’uretra, che è meno lunga rispetto a quella maschile, sia perché la gravidanza e soprattutto il parto possono stirare i muscoli del pavimento pelvico e indebolirli.

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Redazione

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