(VIDEO)Mafie, Salvi: “Mani su PNRR? Rischio altissimo”
Pnrr: un ingente patrimonio di risorse da allocare e controllare secondo legalità. Una sfida per un paese come l’Italia dove sono nate e ancora ‘crescono’ organizzazioni mafiose plurisecolari. “C’è il rischio- è il monito del procuratore generale della Corte di Cassazione Giovanni Salvi- che si perda di vista la gravità della situazione del paese perché grazie alla capacità investigativa delle nostre forze dell’ordine e alla capacità repressiva della magistratura le organizzazioni mafiose non ricorrono più sistematicamente alla violenza come avveniva in passato”. Salvi parla con la ‘Dire’ a margine di un evento a Milano.
Il magistrato, che è anche presidente della fondazione dedicata al suo collega vittima di terrorismo Vittorio Occorsio, si trova in Triennale per presentare un progetto che lega i temi della memoria e dell’ecologia e coinvolge le scuole di Trezzano sul Naviglio e altre in tutta Italia. “Nell’anno di massima violenza, il 1991- spiega- vi sono stati in Italia più di 1.930 omicidi”. Ora noi quest’anno ne abbiamo meno di 300. E’ un calo impressionante. L’Italia è da questo punto di vista uno dei paesi più sicuri al mondo” ma sarebbe proprio questo che “dà una sensazione fallace di sicurezza”: se è vero che “le organizzazioni criminali sono state costrette a modificare il loro modo di operare” in realtà “ci sono ancora e danneggiano gravemente il paese”.
Dal suo osservatorio, Salvi sa che “la ‘ndrangheta” così come “altre organizzazioni autoctone, purtroppo, hanno preso piede” nei territori come il Sud-ovest milanese “anche utilizzando metodi diversi da quelli del passato”. Infatti “nella nostra relazione per l’anno 2022 abbiamo messo in luce che usano poco la violenza” sebbene dietro se ne celi sempre “la minaccia”. Piuttosto, avverte il magistrato, “usano molto la capacità di corrompere, inserirsi e prospettare agli imprenditori un modo di guadagnare attraverso l’illegalità”.
E qui sta, come è sempre stato, il problema, quando si pensa ai fondi da amministrare, specie se ingenti come il Pnrr. Non a caso, prosegue Salvi, un esempio “clamoroso”, di portata nazionale, del modo di agire delle mafie, riguarda la “predazione di miliardi di euro attraverso la frode organizzata sui bonus e i meccanismi che si erano immaginati per la ripresa economica”. Ciò testimonia che “purtroppo l’illegalità diffusa continua a essere una grave minaccia anche sotto il profilo economico” tale per cui “la collettività e l’ambiente pagano un prezzo altissimo”. Ecco allora che “la nostra risorsa principale sono i ragazzi”: proprio a quelli che non hanno vissuto certi momenti della storia italiana, dice, bisogna ricordare che “lo Stato ha ingaggiato una guerra” contro la mafia “e in parte l’ha vinta” ottenendo “grandi risultati”, dopodichè “c’è ancora tanto da fare”.
(Mao/ Dire)