Sicurezza sul lavoro, Ronghi: “Serve strategia organica”

“Il lavoro deve tornare ad essere il baricentro delle scelte politiche e  di governo. Oggi, infatti, c’è una mancanza di sensibilità da parte delle forze politiche sui problemi del mondo del lavoro, mentre la logica assistenzialistica e ‘lobbistica’ sembra aver preso il sopravvento”. E’ quanto ha affermato il Segretario Generale CNAL, Salvatore Ronghi, intervenendo ai lavori del confronto, in streaming sul tema “Stop alle morti sul lavoro”, con la partecipazione della Vice presidente della Commissione Affari Sociali alla Camera dei Deputati, Michela Rostan, del consulente della Federazione Medie e Piccole Imprese, Giuseppe Fontanarosa, della Presidente dell’Organismo Paritetico Nazionale, Rosa Pestilli e  del responsabile settore edile di “Casartigiani”, Maurizio Frantellizzi.

 “Le condizioni del mondo del lavoro, nel suo complesso, sono notevolmente peggiorate, i lavoratori non fanno parte delle priorità politiche mentre altre categorie, come, ad esempio, i gestori di stabilimenti balneari, sono in cima ai pensieri dei partiti” – ha sottolineato Ronghi – per il quale “anche il tema della sicurezza sul lavoro – ha continuato il Segretario CNAL – è stato affrontato con ‘spot’ e provvedimenti tampone, come il D.L. 146/2021, emanato dal Governo il 21 ottobre 2021, che, con il solo incremento della dotazione organica dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro di 1.024 unità, si è rivelato limitato ed insufficiente a raggiungere l’obiettivo di contrastare il dramma delle morti bianche, che, intanto, è divenuto vera e propria emergenza per affrontare la quale serve una strategia organica”.

Nel corso dell’incontro, è stata presentata la proposta organica per la sicurezza sul lavoro, che punta sul potenziamento  degli organici degli Ispettori del Lavoro, sul coordinamento tra i diversi soggetti a ciò deputati, compreso il Corpo dei Vigili del Fuoco,  sulla riforma del sistema delle attività formative sulla base di controlli stringenti sulla veridicità delle certificazioni, sull’istituzione di una sezione presso l’Ispettorato del Lavoro dedicata al controllo sugli enti e sugli organismi paritetici autorizzati al rilascio delle certificazioni relative alla formazione per la sicurezza sul lavoro; sulla riduzione dei costi per la sicurezza attraverso sgravi fiscali che consenta agli imprenditori di recuperarli, sulla defiscalizzazione degli investimenti delle imprese per la formazione sulla sicurezza sul lavoro, sull’inasprimento, sul piano penale ed amministrativo, delle sanzioni a carico  delle aziende che impiegano lavoratori a nero e violano le norme sulla sicurezza sul lavoro.

“La certezza della pena deve riguardare non solo i criminali comuni ma anche coloro che si rendono responsabili di questa ‘mattanza’ – ha detto Rostan – che ha aggiunto “non bastano leggi scritte bene per fermare la tragedia delle morti sul lavoro, che provoca elevati costi per la società, sul piano umano, ma anche economico e sociale, con un impatto di 104 miliardi, pari al 6% del pil nazionale. Bisogna investire in prevenzione e formazione, potenziare i controlli, ed è evidente che mille ispettori del lavoro in più non possono garantire un capillare controllo della sicurezza sul lavoro, occorre rendere più stringente il sistema sanzionatorio, che oggi è tropo blando. Per questo, condivido le proposte presentate e sono disponibile ad intraprendere un percorso parlamentare per portarle a compimento”.

Inoltre, la necessità di riformare il sistema della formazione: “è fondamentale incentivare i controlli sugli Organismi Paritetici Nazionali affinchè le certificazioni rilasciate siano veritiere e corrispondano alla vera attività formativa, ciò anche per distinguere le realtà serie e credibili da quelle che, invece, lucrano sulla pelle dei lavoratori” – ha detto Pestilli.

Infine, il tema dei “costi” della sicurezza: “è fondamentale prevedere la defiscalizzazione dei costi per la sicurezza, che sono molto onerosi, per sostenere gli imprenditori che investono su di essa e che vanno valorizzati, anche nel partecipare alle gare pubbliche, escludendo, invece, quelle imprese che violano le norma sulla sicurezza sul lavoro” – ha rimarcato Fontanarosa.

Al centro dell’attenzione, anche il sistema degli “appalti al ribasso” che – ha evidenziato Franterlizzi – “non devono coinvolgere  i costi sostenuti dalle imprese per la sicurezza i quali vanno esclusi dalla applicazione del criterio del minor prezzo al fine di evitare di tagliare gli investimenti per la sicurezza. Inoltre, l’auspicio è che il governo non faccia retromarcia sull’obbligo delle imprese che accedono al superbonus di impiegare personale assunto con il contratto nazionale di categoria perché ciò serve non solo a tutelare i lavoratori ma anche gli imprenditori di qualità dai ‘prenditori’ senza scrupoli”.

Redazione

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