Violenze carcere SMCV, misura cautelare per un vice ispettore della Penitenziaria
Nella mattinata del 4.2.2022, ufficiali di pg del Nucleo Investigativo Centrale di Roma – Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria – hanno eseguito una ordinanza applicativa di misura cautelare personale nei confronti del Vice Ispettore della Polizia Penitenziaria con la mansione di Coordinatore della Sorveglianza Generale in servizio presso la Casa Circondariale “Francesco Uccella” di Santa Maria Capua Vetere, gravemente indiziato del delitto di intralcio alla giustizia.
In particolare, fermo restando la presunzione di innocenza dell’indagato fino ad una sentenza irrevocabile di condanna, è stata disposta ed eseguita la misura cautelare interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio per un periodo di sei mesi. Il presente procedimento penale ha ad oggetto condotte conseguenti all’attività di indagine successiva alle ormai note violenza avvenute nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, in data 6 aprile 2020. Le indagini preliminari avevano portato, in data 28 giugno 2020, all’esecuzione di n. 52 ordinanze applicative di misure cautelari personali nei confronti di altrettante persone in servizio presso diversi uffici del Dipartimento dell’amministrazione Penitenziaria della Campania, principalmente presso la Casa Circondariale “Francesco Uccella” di Santa Maria Capua Vetere. Pur nella estrema complessità degli accertamenti svolti, anche successivamente all’esecuzione delle ordinanze cautelari, è stato possibile concludere le indagini preliminari ed esercitare l’azione penale.
L’indagato, nei cui confronti veniva eseguita, oggi, la misura cautelare interdittiva apparteneva al gruppo di agenti che eseguiva la perquisizione nei confronti dei detenuti ristretti all’interno dell’istituto sammaritano e risultava destinatario dell’avviso di conclusioni delle indagini, depositato in data 08.09.21, e richiesta di rinvio a giudizio del 05.11.21 per i delitti di tortura, maltrattamenti, lesioni personali e abuso di autorità ai danni dei detenuti ristretti all’interno del carcere di Santa Maria Capua Vetere. La prosecuzione dell’attività di indagine consentiva di appurare che, a seguito della partecipazione attiva del predetto agente alle condotte violente ed abusanti del 06.04.20, questi, continuando a prestare servizio presso il carcere SMCV, non essendo stato colpito dall’originaria misura cautelare, poneva in essere, grazie all’ausilio di altri agenti non identificati, pressioni ai danni di due fonti dichiarative, detenuti già escussi durante le indagini preliminari. Le vittime, esaminate in tempi recentissimi, riferivano di essere stati avvicinati dall’indagato affinché rendessero dichiarazioni in suo favore, ritrattando quanto precedentemente riferito all’A.G. Precisamente emergeva che l’indagato avesse agito, con violenza e minacce implicite, al fine di indurli a ritrattare e/o modificare gli elementi a suo carico, nell’ambito delle indagini preliminari e del successivo sviluppo processuale, e comunque allo scopo di fargli rendere false dichiarazioni liberatorie a suo favore.
Secondo quanto emerso, l’ultimo segmento della dinamica contestata veniva attuato nei primi giorni del dicembre 2021, quando era stata già esercitata l’azione penale nel procedimento madre. Atteso il pericolo di reiterazione delle condotte, il Gip del Tribunale di S. Maria Capua Vetere condividendo le argomentazioni della Procura, disponeva in data 31.01.2022, l’applicazione della misura interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio per un periodo di sei mesi, riconoscendo la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza con riferimento al delitto di intralcio alla giustizia di cui all’art. 377 c.p., pluriaggravato dall’aver agito per assicurarsi l’impunità dei reati, dall’abuso dei poteri, rivestendo la qualifica di pubblico ufficiale e approfittando di circostanze di luogo e di persona, tali da ostacolare la pubblica e privata difesa delle persone offese. Si tratta, infatti, di detenuti ristretti presso la casa circondariale di S.M.C.V. e già vittime dei delitti di tortura, maltrattamenti, lesioni personali e abuso di autorità, per i quali l’indagato risulta imputato innanzi al Gup del Tribunale di S.M.C.V..