A 16enne urge trapianto: la mamma le dona un rene
Una storia di solidarietà materna arriva dal Policlinico Sant’Orsola di Bologna. Sara, una ragazza di 16 anni, potrà tornare a coltivare la sua grande passione, il pattinaggio agonistico, interrotta un anno fa quando ha scoperto di soffrire di una grave insufficienza renale che richiedeva un trapianto urgente. Trapianto che è stato possibile grazie al rene donato da mamma Katiuscia. L’intervento è stato eseguito il 9 dicembre scorso al Sant’Orsola dall’equipe guidata da Matteo Ravaioli: prima il prelievo del rene dalla madre e poi il trapianto nella figlia. Entrambe le donne stanno bene.
Una stanchezza anomala aveva spinto i genitori di Sara a fare delle analisi da cui era emersa un’insufficienza renale di quinto grado (su una scala da uno a cinque). Le sue condizioni erano tali per cui non si poteva attendere per il trapianto, per cui si è valutata la possibile compatibilità con i famigliari. Sara e Katiuscia sono una delle 36 coppie che nel 2021 sono state coinvolte in un trapianto di rene da vivente, sottolinea il Policlinico di Bologna. “Mai così tante”, precisa l’ospedale, che nel 2021 ha eseguito 126 trapianti di rene, un record. E a gennaio erano già stati eseguiti cinque trapianti da donatore vivente, confermando il trend dell’anno scorso.
Il trapianto da donatore vivente, spiega il Sant’Orsola, “rappresenta la soluzione migliore possibile in quanto i pazienti possono ricevere il trapianto ed eseguirlo in modo programmato senza dovere aspettare il donatore compatibile”. Inoltre l’organo “funzionerà mediamente meglio e più a lungo rispetto a quello trapiantato da donatore deceduto”. Il risultato è dovuto anche alla “capacità dell’equipe di Nefrologia di preservare la salute del donatore al 100%, incoraggiando la donazione”. La chirurgia, inoltre, è in grado oggi di “ricorrere a tecniche sempre più innovative che consentono di effettuare procedure con approcci mini-invasivi”. In questo, rimarca il Policlinico, “Bologna si conferma polo di eccellenza” a livello nazionale ed europeo, con “ottimi risultati in termini qualitativi: l’organo trapiantato mantiene una buona funzionalità in oltre il 98% dei casi a un anno e nel 95% dei casi a cinque anni”. (San/ Dire)