Aversa. Il sindaco Golia perde la causa contro La Rampa

Cari lettori, desidero darvi una notizia che, per la verità, mesi orsono avevo serenamente e facilmente anticipato nel corso di un mio video che fu molto apprezzato da tutti coloro che seguono questo portale di informazione che ho l’onere di dirigere.

Dopo la querela proposta il 20 luglio 2021 da Alfonso Golia contro di me e il dr. Isidoro Orabona, coordinatore regionale seniores di Forza Italia, (leggi qui) perché si riteneva diffamato da alcuni articoli di Orabona che avevo pubblicato su questo sito, ritenni doveroso informarne i lettori con un video, nel corso del quale, anche, criticai fermamente l’iniziativa del sindaco.

Lo feci a viso aperto, con, appunto, quel video in cui, anche somaticamente, manifestavo stupore e incredulità e una forte disapprovazione per la decisione di Golia che ritenevo assolutamente ingiustificabile, quasi provocatoria e, come precisai, evidentemente motivata da una intolleranza diretta ad imbavagliare la critica politica e la stessa stampa, quella libera da condizionamenti, che se ne faceva portavoce. Nel corso del video, comunque, espressi anche la mia ferma certezza che la querela sarebbe stata archiviata, anzi, come dissi espressamente, “cestinata”.

E così è stato. Infatti, il 14 dicembre 2021 il pubblico ministero del Tribunale di Napoli nord, dr. Paolo Martinelli, con una chiara e articolata motivazione, dopo avere interrogato nel corso dell’istruttoria lo stesso sindaco – che ha “confessato” di essere stato l’autore del ribaltone – ha concluso che gli articoli di Orabona non sono assolutamente diffamatori perché, ha testualmente scritto il magistrato, altro non sono che “l’esercizio del diritto di cronaca/critica espressione della fondamentale libertà di manifestazione del pensiero enunciata dall’art. 21 della Costituzione”.

Inoltre, il pubblico ministero, quanto alle espressioni e alle parole usate da Orabona nei suoi articoli, e ingiustificatamente considerate diffamatorie da Golia, ha ritenuto che, alla luce dell’intero contesto degli articoli, “appaiono strettamente funzionali ad esprimere la sua disapprovazione da un punto divista strettamente politico, non sfociando nella gratuita ed immotivata denigrazione sul piano personale”.  Più specificamente, il pubblico ministero ha poi chiarito che quanto ad alcune espressioni che compaiono negli articoli e riferite ad Alfonso Golia, quali ”spergiuro seriale, servile e remissivo interlocutore di soli capibastoni politici, banda di disonesti, capo dei disonesti, lette alla luce dell’intero articolo, vengono utilizzate dal giornalista (Orabona, n.d.r.) per esprimere una critica squisitamente politica che guarda al querelante come politico“.

Ed ancora, il magistrato ha affermato nella sua richiesta di archiviazione che “le espressioni ‘Alfonso la truffa’, per gli amici ‘Fofò la truffa’ correttamente contestualizzate vengono evidentemente usate dal querelante (n.d.r.: il querelato, Orabona) per esprimere una critica politica a mezzo della satira, con chiari riferimenti linguistici ai film di un noto comico napoletano, e comunque al fine di criticare un comportamento politico ritenuto incoerente nei confronti degli elettori tratti in inganno, e non certo per accusare la persona offesa della commissione del delitto di cui all’art. 640 c.p.“.

Pertanto, con tale chiara ed inequivocabile motivazione il pubblico ministero ha richiesto al giudice per le indagini preliminari di archiviare il procedimento penale che era stato iniziato nei confronti miei e del dr. Isidoro Orabona a seguito della querela di Alfonso Golia.

Il giudice delle indagini preliminari, dr. Rafaele Coppola, condividendo e fatte quindi totalmente proprie le motivazioni del pubblico ministero, il 14 febbraio del 2022 ha disposto l’archiviazione del procedimento.

Questi i fatti di cui, come promessovi, vi do puntuale notizia.

Per quanto mi riguarda, non posso che ringraziare il mio Legale Avv. Arcangelo D’Alessio che con maestria, tattica e arguzia ha curato l’intera fase difensiva a mio nome accompagnandomi nel difficile momento. La scaltrezza procedurale dell’Avv. D’Alessio ha rappresentato una carta vincente, anzi la mossa vincente in una partita di scacchi che ha visto soccombente il Sindaco Golia.

Degna di plauso accademico la memoria difensiva che l’ottimo avvocato Nicola Marino, difensore del dr. Isidoro Orabona, presentò a suo tempo al pubblico ministero e che è stata da questi e dal giudice per le indagini preliminari sostanzialmente e totalmente accolta.

Sono infatti convinto che questa mia iniziativa possa essere particolarmente utile ai cittadini, ai politici e a tutti i miei colleghi, anche a quelli che, pur avendo pubblicato alcuni degli articoli ritenuti diffamatori, sono stati graziati da Golia, perché non sono stati querelati per ragioni che si possono facilmente intuire e che, secondo il ben noto detto di andreottiana memoria, rispondono quasi sicuramente a verità.

Lo scritto dell’avv. Nicola Marino, infatti, dopo una meticolosa, obiettiva e documentatissima narrazione dei fatti, ritenuta veritiera dai magistrati, richiamandosi a numerose decisioni della Corte di Cassazione, disegna in maniera piana e aggiornata il concetto di libertà di stampa e tutte le sue implicazioni, i suoi limiti e le sue conseguenze.

Sono convinto che questa lettura (che, data la corposità della memoria, mi permetto di proporvi in due puntate) porterà, innanzitutto, una luce di verità sui fatti dell’intera vicenda. Credo, poi, che sarà utile e di monito soprattutto per i politici nostrani, specie quelli che, inseguendo, privilegiando e proteggendo una stampa vassalla, si mostrano intolleranti allo scontro dialettico e alla vera contrapposizione politica. Soprattutto quando questa ricorre anche alle armi di un irridente umorismo o di una satira graffiante. Armi che quasi sempre colpiscono nel segno, tanto da essere politicamente rovinose per i bersagli e da indurli, per tappare le bocche agli avversari e alla stampa, a ricorrere alle querele, che però finiscono miseramente, ma giustamente, cestinate.

Viva la libera stampa!

di Stefano Montone
direttore responsabile de LaRampa

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