Aversa. Il sindaco Golia e la Sogert: ricordate la famosa gag di Totò?

Il grande comico, scompisciandosi dalle risate, racconta ad un amico di avere poco prima incontrato per strada un tizio che, avvicinatosi a lui e chiamandolo Pasquale, gli aveva appioppato numerosi sonori ceffoni e violenti pugni sulla testa, rivolgendo gli anche epiteti offensivi.

All’ amico, che con grande meraviglia gli chiede come mai non avesse reagito a tale aggressione e, soprattutto, perché nel raccontargliela sembri molto divertito tanto da ridere così tanto, Totò, sorpreso e risentito per quella domanda che ritiene inutile, gli risponde in maniera quasi rabbiosa: e che mi frega a me, che so’ Pasquale io?!

Ecco, Golia da tempo sembra e si comporta proprio come Totò. E così, dopo la vergognosa bocciatura da parte della Regione di due progetti presentati dalla sua Giunta per ben 14milioni di euro per l’efficientamento delle scuole, di fronte alle numerose e più che giustificate critiche, ha sostanzialmente risposto, direttamente e per interposta persona, scaricando tutta la colpa sui “poveri” impiegati comunali addetti alla preparazione delle “carte”. E, ultimamente, lo stesso ha fatto dopo le numerose, legittime e rabbiose critiche alla incalzante aggressione sui “poveri” contribuenti che sta compiendo la società Sogert, vincitrice del relativo bando, per riscuotere crediti relativi a vecchie pendenze fiscali e a datati consumi idrici. Anche in questo caso, Golia, di fronte a ai puntuali rilievi e alle precise domande rivoltegli dai consiglieri comunali Eugenia d’Angelo, Maurizio Danzi e Imma Dello Iacono, tacendo, celiando, svicolando o addirittura giustificando la società, ha risposto come Totò: e io cosa c’entro, non sono mica Pasquale! Rivolgetevi alla Sogert!

Golia, quindi, negando di essere Pasquale, dimostra di ignorare o finge di ignorare il concetto di responsabilità politica, degli obblighi ed oneri che essa comporta, compresi quelli, sacrosanti, di rendere conto agli elettori e alla cittadinanza, con trasparenza e completezza, del proprio personale operato e di quello dell’ente che rappresenta.

Di fronte a tali vicende e ad altre e ad altre ancora legate, queste, ad un trasformismo politico frutto di miserevoli interessi personali, di cui il sindaco non può direttamente o indirettamente non ritenersi coinvolto, è di una inammissibile gravità che Golia risponda come Totò: “e che mi frega a me, che so’ Pasquale io“.

Evidentemente, e questo è davvero preoccupante. Il sindaco dallo zaino rosso vuoto non ancora si è reso conto che la politica non può identificarsi nell’inquietante camaleontismo di cui si è reso responsabile, né tanto meno nell’uso costante e spregiudicato dei mezzi di comunicazione, oltre che di un cocktail di pacchiana spettacolarità riferito ad un attivismo blaterato, ostentato e inconcludente, di cui, sempre lui, si è mostrato veramente un primo attore.

Qualcuno, allora, con parole semplici, lo informi e gli faccia capire che tutto ciò che “esce” dall’ente Comune è sempre e comunque attribuibile, tra l’altro, alla responsabilità politica di chi lo governa e che la città’, che per sua responsabilità vive nell’abbandono più assoluto, è ormai all’esasperazione per l’ignobile raggiro elettorale e politico di cui è rimasta vittima, e di cui, sempre lui, è stato l’autore.

di Isidoro Orabona

coordinatore Cittadino di Forza Italia

Responsabile Regionale di Forza Italia – movimento Seniores

Redazione

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