Aversa. Tappi di Golia e l’attesa del tirabusciò
Da qualche settimana l’attività del sindaco Alfonso Golia sembra affannosamente rivolta solo a turare le falle che si aprono, o che solamente rischiano di aprirsi, nella sua rabberciata maggioranza.
Il momento è per lui quanto mai delicato perché non pochi consiglieri comunali che vivacchiano in un limbo politico attendista si sono accovacciati nella equivoca penombra di un angolo, pronti a rivelare il loro definitivo schieramento, e semmai a provocare un temuto scossone, quando si discuterà il bilancio nei prossimi mesi.
Il pericolo per Golia di fare un inglorioso ma più che meritato ritorno a casa è quindi concreto e lui e la sua giunta arcobaleno vivono con angoscia la probabilità di perdere anche l’ormai più che congruo appannaggio della carica.
Costoro, infatti, a tutto sono disposti e disponibili a rinunciare, tranne che alle loro comode e ben remunerate poltrone.
Tanto è vero che, appena qualche consigliere, con interviste o dichiarazioni fintamente confidenziali o strumentali, ha di recente fatto intendere di essere pronto o disponibile ad abbandonare la maggioranza, Golia e la sua combriccola, con il sostegno della ormai chiara etero-direzione regionale, si sono agitati e industriati nella ricerca di “tamponi” e soprattutto “tappi” per fermare o scongiurare l’emorragia e il temuto ritorno a casa dell’intera truppa, quella in servizio permanente effettivo, quella arruolata e quella addetta al minuto mantenimento.
Li ha incoraggiati il fatto che in una impresa del genere sino ad oggi ci sono riusciti, generando quella maggioranza “monstre” che sgoverna Aversa e che ormai è stampata con inchiostro indelebile sulla pagina più nera della storia politica della città.
Anche in queste ore, per le voci correnti, per i recenti incarichi assunti e per quelli assumendi da parte di consiglieri proclamatisi “titubanti”, sembra che, per fronteggiare il pericolo di fughe più o meno opportunistiche, siano stati trovati e usati “tappi” imbevuti di un collaudato cloroformio politico. I quali hanno avuto il pronto effetto di anestetizzare e indurre i preannunciatisi (quasi) ribelli ad un sonno, che non è solo quella della loro ragione e della loro dignità, ma anche quello che, risolvendosi nel loro silenzio, li ha adeguatamente “ristorati”. In tutto questo avvilente scenario, è quanto mai emblematica e merita di essere evidenziata, a parte una rara eccezione, anche l’assoluta, silente inerzia di tutto il campo della sinistra cosiddetta storica, dell’etereo e più che liquido centrosinistra, degli ex vocianti moralizzatori ed epuratori, delle ex liste, sfuse o a pacchetti, che proclamavano trasparenza e moralità, degli ex crociati sedicenti rinnovatori e, per finire, degli ex rabbiosi leoni da tastiera, ridotti ormai a rassegnate pecore pascolanti e nemmeno belanti.
Vuoi vedere che Golia, da farmacista qual è, dopo l’uso del cloroformio, ha a tutta questa ex ribollente umanità propinato anche massicce dosi di bromuro, che, a parte le ben note pulsioni, addomestica fino ad addormentarli, con il conseguente dolce e conveniente silenzio politico, tutti i sensi, compresi quello di colpa e della vergogna?
All’opposizione, quella vera e convinta, a parte la battaglia che l’attende per il bilancio che sarà combattuta con l’arma della verità, non resta, al momento, che sperare in qualche sollecita e seria iniziativa istituzionale che serva a svelare la reale natura delle inquietudini politiche di qualche consigliere comunale, la presumibile provenienza e “finalità” dei “tappi” usati per calmarle e, soprattutto, confidare che questi “turaccioli” vengano finalmente cavati e definitivamente sbriciolati. Se ciò avverrà, tutta la città non potrà che essere oltremodo grata all’atteso “cavatappi” istituzionale, e sicuramente, mettendo finalmente alla porta questa variopinta, confusa e confusionaria amministrazione, lo ringrazierà con immenso calore, magari intonando, allegramente e opportunamente adattato, il famoso ritornello di “Ninì tirabusciò” .