Caro carburanti, Cingolani: “Governo sta valutando accisa mobile”

“Al fine di contenere l’impatto sui consumatori finali” dell’aumento dei prezzi legato alla crisi Ucraina, “il Governo sta valutando l’ipotesi di praticare sui carburanti un’accisa mobile”. Infatti “siccome c’è stato maggior gettito Iva questo potrebbe essere utilizzato per ridurre le accise e ottenere una riduzione del prezzo alla pompa”, ma “sappiamo che operare sui carburanti è molto complesso”. Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, lo dice nell’Aula del Senato nel corso della sua informativa sui rincari del costo dell’energia e sulle misure del Governo per contrastarne gli effetti.

“Nel breve termine per quel che riguarda il flusso del gas russo anche un’interruzione in questa settimana non dovrebbe comportare problemi e modulando i volumi di stoccaggio non dovremmo avere alcun tipo di problema – sottolinea il ministro -. Avremmo, eventualmente, problemi solo in caso di un picco di freddo a fine marzo o di un contestuale evento catastrofico su altre rotte di approvvigionamento gas che in questo momento non abbiamo motivo di considerare”.

“Oggi oltre il 95% del gas naturale consumato in Italia viene importato dall’estero – afferma Cingolani –. I consumi di gas naturale, capostipite della filiera energetica, sono rimasti sostanzialmente stabili nell’ultimo decennio, pari a 76 miliardi di metri cubi nel 2021 – spiega Cingolani –, ma “nei due decenni, la produzione nazionale di gas naturale si è più che dimezzata, per il calo naturale dei giacimenti a cui non si è fatto fronte da anni con nuovi investimenti in ricerca e produzione”.

“Le importazioni dalla Russia sono incrementate sia in valore assoluto che in percentuale sui consumi, dai circa 20 miliardi di metri cubi, quindi 25% dei consumi, del 2011 ai 29 miliardi di metri cubi del 2021, che equivale a circa il 38% dei consumi. In Italia arriva attraverso il gasdotto Transitgas, che interconnette la rete di trasporto tedesca e quella francese alla rete italiana attraverso la Svizzera con punto di ingresso a Passo Gries, un “mix di gas dal mercato nordeuropeo, da Norvegia, Olanda, Danimarca, Regno unito e gas naturale liquefatto dai terminali del Nordeuropa”. Di fatto “questo collega il prezzo del gas sul mercato all’ingrosso italiano, il Punto di scambio virtuale- PSV, al mercato dell’hub europeo Ttf, che è quello che detta i numeri finali”. Però il Transitgas “attualmente trasporta il 3% del gas, 2,2 miliardi di metri cubi, ne potrebbe trasportare 12 mld mc ma non riceviamo molte forniture dal nord Europa che in questo momento tende a internalizzarle sui propri mercati”.

“Il flusso di gas dalla Russia è il più alto registrato in temi recenti, la fornitura è assolutamente costante in tutta Europa. Anzi, si è sollevata una riflessione sul fatto che l’Europa continua a comprare gas dalla Russia, la fornitura è continua e si parla di pagamenti da oltre un miliardo di euro giorno, che in periodo di guerra ha implicazioni che vanno oltre il settore energetico. Con la Commissione Ue è in corso una discussione su “un price cap per gas uguale per tutta l’Europa e lo sganciamento del prezzo dell’elettricità da quello del gas”, e “il price cap sul gas uguale per tutta l’Europa sarebbe una grande notizia. Per abbassare il prezzo del gas è possibile un “incremento di importazioni del gas algerino” e da questo punto di vista è “ipotizzabile un aumento da 9 miliardi di metri cubi l’anno”, ma “per questo è indispensabile un Accordo con il governo algerino per forniture gas aggiuntive all’Italia anziché di export in forma di GNL (gas naturale liquefatto, ndr) verso altri mercati”. La missione del ministro degli Esteri Luigi Di Maio in Algeria del 28 febbraio mirava a tale possibilità e “si stanno esplorando e chiudendo questi accordi”.

(Ran/Dire)

Redazione

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