Covid, durante lockdown oltre 10mln italiani hanno avuto problemi a denti
Dopo due anni di pandemia da Covid-19 ci stiamo avvicinando alla fine dello stato di emergenza, fissata al 31 marzo. Rimangono però ancora da affrontare alcune conseguenze che questa crisi ha portato nel medio-lungo termine in diverse aree, tra cui il settore dentale. La salute orale degli italiani, infatti, ha subito delle ripercussioni: secondo una ricerca Key-Stone, nel 2020 non sono stati eseguiti diversi interventi, tra cui otturazioni (28%), igiene orale (24%), estrazioni (18%), protesi (17%), implantologia (17%) e ortodonzia tradizionale (17%). Nonostante queste necessità, però, alla fine del primo picco pandemico, non tutti si sono sottoposti subito alle cure, che sono state rimandate anche fino a oltre 1 anno oppure del tutto accantonate, quando non assolutamente necessarie. In particolare, è il caso degli interventi di implantologia e relative protesi: attualmente circa il 10/15% dei trattamenti non effettuati nel 2020 non sono ancora stati recuperati, nonostante nel 2021 sia stata registrata una ripresa delle visite dentistiche e delle terapie durante la primavera.
Tutti fattori riconducibili (anche) alla crisi pandemica: durante il lockdown, infatti, gli italiani hanno smesso di andare dal dentista. A testimoniarlo è un’ulteriore indagine Key-Stone per SIdP (Società Italiana di Parodontologia e Implantologia): nel 2020 il 61% imputava questa scelta proprio alla pandemia, sia per il peggioramento della propria situazione economia, sia per la paura di essere contagiati, nonostante la trasmissibilità del virus all’interno degli studi odontoiatrici fosse risultata inferiore all’1%. Ma non solo: secondo un’altra survey, ben 13 milioni di italiani hanno dichiarato che avrebbero evitato il dentista anche per tutto il 2021, con una percentuale che sale al 40% per chi vive una situazione di incertezza economica e lavorativa a causa del Covid-19.
In questo contesto, un altro dato analizzato dall’indagine Key-Stone per SIdP è certo: durante il confinamento, oltre 10 milioni di italiani hanno avuto problemi a denti e gengive e circa 3 milioni hanno notato un peggioramento proprio per non aver potuto accedere allo studio dentistico. Le cure odontoiatriche sono però fondamentali per la salute generale delle persone. Con l’avvicinarsi della Giornata Mondiale della Salute Orale, che sarà celebrata il prossimo 20 marzo, Straumann Group (azienda esperta in implantologia e soluzioni ortodontiche) ha voluto accendere così i riflettori sul tema, ricordando l’importanza di scegliere soluzioni di qualità, anche in ottica di prevenzione e ottimizzazione dei costi nel lungo periodo. “Investiamo costantemente in ricerca e formazione: oltre 630 ore di formazione erogate e 1.700 clinici formati nel corso del 2021- dice Davide Marchini, general manager e AD Straumann Group Italia- Di recente abbiamo anche avviato un progetto di responsabilità sociale d’impresa coinvolgendo ‘Fondazione Dottor Sorriso’, con l’obiettivo di moltiplicare i sorrisi dei bambini fragili in tutta Italia: doneremo almeno 144 ore di clown-terapia e molti sorrisi ai piccoli ricoverati in strutture ospedaliere, istituti di disabilità e hospice pediatrici”.
Proprio nei prossimi giorni, intanto, si terrà a Roma (dal 31 marzo al 2 aprile) il Congresso della società scientifica ITI (International Team for Implantology), tra le più importanti realtà scientifiche a livello internazionale attiva nel campo dell’implantologia dentale, con cui Straumann ha una partnership.
“Il 2022 rappresenta per l’International Team for Implantology l’anno del ritorno ad un Congresso internazionale in presenza, organizzato per la prima volta in Italia e dopo una pausa forzata di due anni legata all’emergenza pandemica- fa sapere il professor Giacomo Oteri, ITI Chairman della sezione italiana- Sarà quindi un’occasione fondamentale per i professionisti del settore, che avranno l’opportunità di condividere i risultati delle più aggiornate evidenze scientifiche nel campo dell’implantologia dentale”. È d’accordo Sergio Piano, Education Delegate di ITI. “Al giorno d’oggi l’evoluzione delle tecniche e la loro applicazione nel campo pratico seguono un ritmo vorticoso e non è pensabile, per un professionista serio, non rimanere al passo. Ma l’enorme quantità dei dati proposti deve essere passata al vaglio di un attento controllo scientifico. ITI rappresenta in questo contesto una garanzia assoluta, fornendo solo formazione ‘evidence-based’- conclude- e costituendo una entità riconosciuta da tutta la comunità scientifica per la sua autorevolezza”.
(Cds/ Dire)