Gaffe ‘olimpica’ degli ex M5S: confondono Pyongyang (Corea del Nord) e PyeongChang (Corea del Sud)
Interrogazione parlamentare con errore di geografia (e di geopolitica) per i senatori del Gruppo Misto eletti con il Movimento 5 Stelle. Durante la seduta dello scorso 2 marzo, i senatori Elio Lannutti, Nicola Morra, Silvana Giannuzzi, Barbara Lezzi, Luisa Angrisani, Mattia Crucioli, Bianca Laura Granato, Vilma Moronese, Rosa Silvana Abate, Matteo Mantero, Elena Botto e Mauro Coltorti, tutti fuoriusciti dal M5S nel corso della legislatura, hanno presentato un’interrogazione ai ministri degli Esteri, della Difesa e della Cultura sulla situazione in Ucraina.
Nel testo si chiedeva al Governo “se non ritenga di dover recedere dalla fornitura di armi all’Ucraina, adoperandosi per soluzioni diplomatiche e per il rafforzamento del dialogo che porti alla de-escalation del conflitto, auspicato in primis da papa Francesco”. In quanto, scrivevano i firmatari dell’interrogazione parlamentare, “l’Italia, sulla base dell’articolo 11 della Carta costituzionale, ripudia la guerra“; “in base agli accordi siglati a Minsk nel 2014, il governo ucraino avrebbe dovuto cessare dal compiere azioni di guerra (seppur limitate) contro i territori di Donetsk e Lugansk e avrebbe dovuto riconoscere un’ampia autonomia a quelle due entità politiche”; “in Ucraina vi sono state numerose e quotidiane violazioni della Carta fondamentale dei diritti dell’uomo, con una parte della popolazione privata de facto dei suoi diritti civili per pura discriminazione”; “in base ad un accordo siglato nel 1989 tra gli Stati Uniti e l’allora Unione sovietica, gli Usa si impegnavano a non allargare la Nato all’Europa dell’est, garantendo così un minimo di sicurezza alla Russia. Impegno largamente disatteso nel corso di questi tre decenni”.
A proposito del conflitto in corso, i senatori precisavano che “appare comunque intollerabile l’operazione militare intrapresa dalla Russia, che sta causando ingenti danni e vittime civili innocenti, per la quale si esprime una ferma condanna”. Citando l’esclusione degli atleti russi e bielorussi da diversi sport – calcio e Paralimpiadi su tutti – e definendola assurda, i senatori chiedevano inoltre all’esecutivo “se non ritenga giusto separare lo sport e la cultura dalla politica, facendo sì che le azioni politiche non si trasformino in una persecuzione ideologica”. E a tal proposito, scrivevano: “Il boicottaggio sportivo non accadde nemmeno quando l’Italia andò a giocare la finale di coppa Davis nel Cile di Pinochet fresco di golpe”.
Poi, ecco l’erroraccio. Riferendosi alle Olimpiadi invernali del 2018, i senatori ex M5S, tra cui il presidente della commissione Antimafia Morra e l’ex ministra per il Sud Lezzi, aggiungevano: “L’intero consesso sportivo mondiale partecipò nel 2018 alle Olimpiadi di Pyongyang, proprio nel periodo in cui la Corea del Nord era stata accusata da tutti gli organismi internazionali di violare i diritti umani e di voler scatenare una guerra globale grazie agli esperimenti nucleari che stava conducendo”. Ma quei Giochi si tennero a PyeongChang, nella Corea del Sud.
E, tra l’altro, quelle Olimpiadi invernali furono a loro modo storiche perché nell’hockey su ghiaccio femminile venne presentata una squadra unificata delle due Coree e alla cerimonia di apertura le delegazioni di Corea del Nord e del Sud marciarono insieme sotto la stessa bandiera. Non un motivo sufficiente, comunque, per confondere città e nazioni.
(Dire)