L’impatto della guerra sul prezzo dell’oro
L’oro è, come noto, uno dei più importanti beni rifugio: e così il suo prezzo aumenta ogni volta che si concretizza una situazione di crisi, come quella che stiamo vivendo in queste settimane per colpa della guerra in corso tra la Russia e l’Ucraina. Sin dal giorno in cui, a fine febbraio, la Russia ha invaso l’Ucraina nelle ore notturne, si è verificata una corsa all’oro da parte degli investitori, e questo ha comportato appunto un rialzo della quotazione del metallo prezioso. Dal 24 febbraio in poi i beni rifugio hanno conosciuto un notevole rialzo, in controtendenza rispetto agli indici azionari che, invece, hanno dovuto fare i conti con un pesante segno “meno”. Basti pensare che proprio il 24 febbraio la Borsa di Mosca ha perso il 35%, e la situazione non è certo migliorata nei giorni seguenti.
Le conseguenze dell’inflazione
Mentre la politica di tutto il mondo si interroga su come fermare la Russia ed evitare che l’Ucraina subisca degli altri attacchi, lo scenario economico si fa drammatico, anche per colpa delle sanzioni considerevoli previste a danno della Russia. Diventa importante individuare delle soluzioni diplomatiche, con la Nato che cerca di capire il da farsi, mentre a livello economico è fondamentale prestare attenzione ai problemi di inflazione, destinati a crescere sempre di più e a penalizzare anche la nostra vita quotidiana. Lo si nota nelle bollette della luce e del gas, i cui aumenti si ripercuotono a ruota sui prezzi delle merci: così, mentre i supermercati vengono svuotati, diverse famiglie mettono mano ai cassetti per vendere i propri preziosi e ottenere un ricavo dai gioielli custoditi in casa. Per altro, vendere in un momento in cui la quotazione dell’oro è in rialzo è senza dubbio vantaggioso, ovviamente a condizione che ci si rivolga a un acquirente onesto: per esempio il compro oro Oro First, sinonimo di professionalità e competenza.
Lo scenario economico mondiale e l’inflazione
Prima che i russi invadessero l’Ucraina, gli analisti erano abbastanza concordi nel ritenere che i primi mesi del 2022 sarebbero stati caratterizzati da una notevole inflazione. È chiaro che la situazione non può che essere amplificata, a fronte di un vero e proprio stato di guerra che si abbina alle sanzioni a danno della Russia. Almeno fino alla fine di quest’anno i mercati si ritroveranno a fare i conti con un impatto inflazionistico notevole. Nel frattempo si aspettano i numeri che riguardano l’inflazione degli USA: si pensa che ci possa essere un aumento dei prezzi, e si tratterebbe di un trend confermato. Non una sorpresa, insomma.
Che cosa fare per investire in oro
Il prezzo dell’oro è condizionato da molteplici aspetti: uno di questi va individuato nella domanda di oro per la gioielleria, mentre un altro riguarda l’andamento dei tassi di interesse. Il metallo giallo, in tutti i casi, è una soluzione in grado di limitare il rischio globale del patrimonio, a maggior ragione nel caso in cui i mercati siano in crisi. Se si decide di investire in oro, è preferibile non superare un decimo del valore complessivo del proprio portafoglio di investimenti. Quindi, ipotizzando un portafoglio di 200mila euro, conviene non investire più di 20mila in oro. Attenzione, però, perché bisogna investire in aggiunta alle azioni e alle obbligazioni che si comprano: è una sorta di polizza assicurativa.
L’oro crescerà ancora?
Nessuno può prevedere se e quanto l’oro crescerà ancora, in termini di prezzo, proprio perché – come si è detto – ci sono diverse variabili che incidono sulla quotazione. Non è detto che se le Borse scendono allora per forza l’oro sale, anche se di norma il trend è questo. La finanza non è una scienza prevedibile con esattezza, anche perché se no saremmo tutti investitori ricchi. Solo gli speculatori devono tentare di guadagnare dai ribassi in Borsa, magari attraverso i certificate a leva fissa short, mentre tutti gli altri investitori dovrebbero adottare una politica un po’ più cauta, per non rimanere imprigionati nelle maglie fitte di prodotti fin troppo rischiosi a causa del loro livello di complessità.