Da Kiev a Cesa, la storia di una famiglia salvata dal coordinatore della Protezione Civile
“L’amicizia è più forte del tempo e della guerra”. Potrebbe iniziare così la storia che ha come protagonista il coordinatore della Protezione Civile di Cesa, Nicola Mangiacapre. Mentre l’Ucraina è investita da una pioggia di bombe, il suo telefono squilla.
Dall’altro lato c’è l’ex bambino che Mangiacapre ospitava a casa sua anni fa nell’ambito delle iniziative benefiche riservate ai giovanissimi esposti al pericolo delle radiazioni della centrale di Chernobyl.
La sua è una richiesta d’aiuto, urgente. Lui, che nel frattempo è riuscito a ricoprire un ruolo lavorativo importante, resterà lì a combattere ma desidera con tutto se stesso che i suoi affetti più cari (in totale sette persone: la moglie con due figli, la sorella con una bambina e la cugina con un bambino) possano continuare ad avere la vita salva e un futuro migliore.
Nicola, molto attivo nelle fasi più calde dell’emergenza Covid a sostegno della cittadinanza cesana, non ci pensa un attimo e si attiva, utilizzando tutti i canali a sua disposizione. Segue personalmente il passaggio dei sette attraverso le città che li separano dall’aeroporto e dal volo per raggiungere l’Italia, non lesinando sforzi di alcun tipo.
Dopo non poche difficoltà, i sette riescono a salire a bordo dell’aereo che li condurrà verso la salvezza.
Arrivati a Roma, trovano ad attenderli Mangiacapre che li porta nel piccolo paese dell’agro aversano e gli apre le porte di casa sua. A lui si affianca un’altra famiglia cesana, con grande generosità.
La nuova storia di questi bimbi inizia il 7 marzo con una coloratissima torta di compleanno e quell’amore che resiste al tempo e alle bombe.
Nel frattempo, il coordinatore della Protezione civile cesana si è messo già all’opera per garantire ai suoi amici arrivati da lontano la necessaria assistenza sanitaria, legale e psicologica.