Profughi Ucraina in Italia, Curcio: “Regolarizzare rapporto con famiglie che vogliono accogliere”
“Adesso stiamo facendo questa analisi dei numeri per avere chiare l’accoglienza attuale e la prospettiva. E’ ovvio che nel momento in cui arrivano è un problema di strumenti che mettiamo in campo. La rete è talmente ampia e la generosità è talmente ampia che forse in maniera strutturale per la prima volta stiamo ragionando moltissimo con quelle che sono le reti ordinarie del terzo settore, per l’accoglienza e le famiglie che vogliono accogliere. Dobbiamo regolarizzare questa cosa”. Così Fabrizio Curcio, capo del Dipartimento di Protezione Civile, a 24 Mattino su Radio 24.
Al fine di favorire il trasferimento dei cittadini ucraini con particolari esigenze sanitarie attualmente presenti nei territori di Polonia, Romania, Slovacchia e Moldavia, il Dipartimento della Protezione Civile ha attivato la CROSS – Centrale Remota per le Operazioni di Soccorso Sanitario.
La CROSS, nell’ambito del Meccanismo Europeo di Protezione Civile e in risposta alla specifica richiesta della Direzione Generale per la Salute e la Sicurezza Alimentare della Commissione europea (DG SANTE), provvederà, in raccordo con i referenti sanitari regionali, alla ricognizione dei posti letto disponibili nelle Regioni e Province Autonome e all’organizzazione del trasferimento dei pazienti tramite MEDEVAC – Medical Evacuation. Sono oltre 1.300, al momento, i posti letto resi disponibili nell’ambito delle strutture sanitarie regionali tra pediatrici, neonatali, dialisi, oncologici e per ustionati.
Il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale garantirà il flusso informativo con le Ambasciate e i Consolati italiani, per favorire le attività sul territorio e le relazioni con i soggetti interessati.
“A ieri sono più di 14 mila le persone che sono arrivate con reti interpersonali, molti si muovono perché hanno parenti, amici e collegamenti. La metà sono donne, poi bambini ed una quota minore di uomini. Con la delibera di stato di emergenza la Protezione civile in coordinamento con le Regioni, il ministero dell’Interno, i Comuni, le reti di solidarietà stiamo mettendo insieme un sistema di monitoraggio, quindi sappiamo quante persone passano, dove passano. Poi ovviamente stiamo lavorando a quella rete di accoglienza che sarà una rete modulare, dipenderà molto dai numeri. Si passa da quello che sappiamo fare oggi che va potenziata, a strumenti straordinari in casi di numeri elevati da dover ricorrere a situazioni straordinarie come il reperimento di alberghi o l’allestimento di strutture particolari”.
“Per i numeri di arrivi la situazione non è preoccupante perché al momento stiamo parlando di numeri assolutamente irrilevanti da un punto di vista epidemiologico come ci dice il Ministero della Salute. E’ evidente che il tema va affrontato quando i numeri diventeranno importanti e su questo stiamo costantemente ragionando, tant’è che ad oggi per chi proviene dall’Ucraina non viene fatta una deroga rispetto a quello che vale per il resto della popolazione, ma un allentamento temporale: si ha all’ingresso 48 ore per fare tutti gli screening che devono essere fatti come agli altri. E’ un tema di attenzione, non parlerei oggi di preoccupazione, ma è un tema sul quale ci stiamo già concentrando”.
“La Protezione civile ha già inviato dei materiali in particolare un campo per accoglienza di 1000 persone, stiamo terminando la raccolta con il Servizio Sanitario Nazionale, con le Regioni, di materiale sanitario, farmaci, elettromedicali, ambulanze, tutto ciò che gli Stati ci stanno chiedendo, sia l’Ucraina sia i paesi limitrofi. Abbiamo poi fornito tutta un’altra serie di disponibilità come 1300 posti letto divisi per tipologia, insomma cerchiamo di dare una risposta che sia adeguata a quanto la parte nazionale chiede da parte dei paesi che oggi accolgono in prima istanza questo milione di persone che sono scappate dall’Ucraina e che, in quota parte, troverà collocazione nazionale.