Spaccio nell’Alto Casertano: 3 indagati

Nella mattinata odierna, in Vairano Patenora, Caianello e Teano, militari del Comando Compagnia Carabinieri di Capua hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali emessa dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Ufficio G.I.P., su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di tre persone, gravemente indiziate dei delitti di detenzione e cessione di sostanza stupefacente.

Il provvedimento restrittivo costituisce l’epilogo di una complessa indagine condotta dai militari del Comando Stazione Carabinieri di Vairano Scalo, che ha avuto inizio nel mese di giugno 2019 e termine nel mese di maggio 2020, investigazioni svolte mediante servizi di osservazione controllo e pedinamento ed operata attraverso la costante attività d’intercettazione telefonica delle utenze utilizzate degli indagati.

Le indagini hanno così consentito di disarticolare una fiorente attività di spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina svolta in modo continuativo nei comuni di Teano e Caianello, attuata in due distinte piazze di spaccio, attive per l’intero periodo d’indagine, gestite dai medesimi soggetti, con compiti e ruoli differenziati. La prima piazza di spaccio, operante nella frazione S. Maria Versano del comune di Teano, era stata di fatto costituita presso l’abitazione di uno degli indagati, un cittadino di origine albanese. Il predetto, seppur dedito a lavoro occasionale, operava sistematicamente presso la sua abitazione e, in talune circostanze, anche lungo vie cittadine adiacenti alla stessa, disponendo di una clientela proveniente dallo stesso comune di Teano, dai comuni di Caianello, Roccamonfina e Vairano Patenora. Il predetto si avvaleva dell’apporto del cognato e di un altro soggetto, entrambi cittadini di nazionalità italiana, domiciliati nel comune di Caianello.

La seconda piazza di spaccio, operante nei medesimi periodi temporali, era stata di fatto costituita nel comune di Caianello, “controllata” dal cittadino di origine albanese, ma gestita dai due correi di nazionalità italiana, conoscitori del territorio. Dalle intercettazioni telefoniche captate si è riscontrato come gli indagati – fatta salva la presunzione di innocenza dell’indagato, fino a sentenza irrevocabile – ricevessero in autonomia le richieste di droga dagli acquirenti, accordandosi per le consegne della cocaina e, in qualche circostanza, anche di marijuana, luoghi che venivano di volta in volta concordati , così da eludere possibili indagini. Per compendiare il quadro probatorio, sono state anche acquisite numerose dichiarazioni testimoniali dagli acquirenti di sostanze stupefacenti, identificati nel orso delle indagini, che hanno corroborato adeguatamente il quadro indiziario, già grave.

Nel corso delle indagini è stato possibile accertare almeno 1.000 casi di cessione di cocaina e circa 20 casi di consegne di marijuana. Si è inoltre proceduto al sequestro di diversi quantitativi di cocaina e marijuana e sono stati segnalati alcuni acquirenti alla Prefettura competente ai sensi dell’art.75 del DPR 309/90.

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Redazione

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