Università, Tommasetti: “Crollo delle immatricolazioni nel silenzio generale”

“Il Sole 24 ore, riportando gli ultimi dati elaborati dall’Osservatorio Talents Venture, fotografa uno scenario preoccupante per il sistema universitario, con un crollo medio delle immatricolazioni sul territorio nazionale del 5,2%, con punte del 30%. Poche le eccezioni: regge il Nord-Est, registrano un incremento gli atenei privati e le telematiche, cominciano a recuperare terreno le lauree STEM e quelle in ambito medico e farmaceutico (+3% di immatricolati). Questi dati segnalano che, nonostante la no tax area, introdotta nel 2017, sia stata ulteriormente estesa quest’anno da 20 a 23 mila euro, con possibilità per gli atenei di spingersi fino a 30 mila, si allontana ancora di più l’agognato obiettivo di avvicinarsi alla media europea. Colpisce peraltro il silenzio assordante sull’argomento non solo del ministero ma anche degli altri principali attori istituzionali”. Così il prof. Aurelio Tommasetti, Responsabile Nazionale Dipartimento Università della Lega.

“L’andamento delle immatricolazioni è un tema serio che condiziona il presente ma soprattutto il futuro del nostro Paese. Secondo un recente studio condotto da due ricercatori dell’ISTAT per Neodemos, queste gravi lacune strutturali del sistema universitario, unitamente alla incessante crisi demografica del Paese, potrebbero determinare la desertificazione di molti atenei, con diverse università del Sud a rischio chiusura entro il 2041. Sicuramente hanno inciso la pandemia e tutti gli effetti extra-ordinari che ne sono derivati – DAD in primis – ma non possiamo né dobbiamo addossare le responsabilità di questa perdita di prezioso capitale intellettuale soltanto al Covid. Perché lo stato di salute del sistema universitario – continua Tommasetti – è critico da tempo: l’Italia è penultima per numero di giovani laureati (peggio soltanto la Romania) e ultima per numero di adulti laureati nonché per spesa pubblica in istruzione terziaria. Critico anche il diritto allo studio: siamo il secondo Paese dell’UE con tasse universitarie più alte, con solo il 14% di beneficiari di una borsa di studio (a fronte del 68% della Finlandia, del 33% della Francia e del 28% della Spagna) e con solo il 3% di beneficiari di un posto letto. Come Lega – conclude Tommasetti – riteniamo che tutte le risorse debbano essere allocate secondo un serio programma di riforme strutturali e di interventi mirati a colmare i pesanti ritardi del sistema universitario italiano. L’impostazione fortemente ideologizzata del PNRR, con tutti i suoi tag, i suoi obiettivi predeterminati, la sua ambizione di imporre comportamenti virtuosi, seppur ispirata dalle migliori intenzioni, costituisce spesso una gabbia che limita l’agire degli atenei, costretti a rientrare nei parametri imposti per ottenere le risorse. Pertanto, potrebbe essere importante garantire, sia pur parzialmente, un margine di manovra più ampio per una parte dei finanziamenti ordinari ministeriali da finalizzare a obiettivi condivisi di crescita del sistema”.

Redazione

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