Vertenza bufalina, gli allevatori: “Non ci siamo. Rispettate gli impegni”

“Dopo una lunga attesa, abbiamo potuto leggere la delibera con cui la Regione Campania intende varare il nuovo piano di contrasto della brucellosi e della tbc bufalina e, dopo esserci confrontati nell’incontro tenuto la sera del 14 marzo, produciamo questo documento. Lo diciamo chiaramente: questo piano si fonda su una base irricevibile. Vogliamo essere chiari fin da subito con la Regione Campania che, con le parole dell’Assessore Nicola Caputo, ci invita ad aprire il confronto per “migliorarlo”: non è la base per un confronto serio; non si può partire nel confronto con un pasticcio contraddittorio, lacunoso, scritto male e che ripropone la stessa logica e le stesse metodiche del fallimentare piano precedente aggiungendo due titoli (la vaccinazione e l’autocontrollo) per poi puntualmente negarne il senso nel testo. Se quella è la strada su cui la Regione intende inoltrarsi, è non solo sbagliata ma è destinata a fallire.” Inizia il documento di valutazione  – scritto dal coordinamento unitario per la difesa del patrimonio bufalino – sulla delibera con cui la Regione Campania ha adottato la scorsa settimana il nuovo Piano di Eradicazione della Brucellosi e della TBC Bufalina. Il documento è inviato a tutti i consiglieri Regionali, ai Sindaci, al Presidente della Regiomne Campania ed all’Assessore Nicola Caputo.Nell’audizione di venerdi 11 marzo nel Consiglio Regionale della Campania il Coordinamento per bocca del suo portavoce Gianni Fabbris, aveva già posto una serie di dubbi chiedendo risposte e chiarimenti. “Non abbiamo avuto risposte durante l’audizione, tanto meno dopo ….. oggi ci ritroviamo una delibera materialmente lacunosa e contraddittoria”.Per Gianni Fabbris – portavoce del coordinamento unitario -: “la delibera, per il modo come è scritta, sembra più orientata a far fallire la vaccinazione e l’autocontrollo che a svilupparli. A chi serve? Perchè la Regione non ha garantito coerenza fra gli annunci e il dispositivo normativo? Gli impegni si rispettano”.Secondo la stima del movimento, per come è scritta la delibera, solo una piccola parte degli allevatori potrebbe vaccinare (non più del 25%).“Quale è l’obiettivo? Forse quello di far fallire il Piano? – si legge nel documento -. Non possiamo che rilevare come nella delibera vengono fortemente ristrette le capacità operative e le opzioni per le aziende allevatrici, con una logica ‘repressiva’ ed erodendo i loro margini imprenditoriali (spesso introducendo surreali criteri) ma non viene esplicitamente richiamata la norma nazionale che, in caso di zoonosi, impone di ‘abbattere’ gli animali nei macelli all’interno del territorio provinciale, lasciando intatti gli interessi della filiera della macellazione che continua (come prima) a permettere a stabilimenti industriali fuori provincia il privilegio di poter contare su materia prima sempre disponibile.”

Chiare le richieste: “Chiediamo alla Regione Campania (al Presidente De Luca, alla Giunta ed al Consiglio) di intervenire urgentemente ricostruendo le condizioni del confronto. Servono modifiche sostanziali e coerenti con gli annunci fatti di voler cambiare il vecchio piano per avviare il confronto di merito e serve un confronto vero e trasparente. In particolare su vaccinazione e autocontrollo. Chiediamo all’Assessore Caputo di garantire che queste modifiche siano introdotte prima che il Piano sia inviato alla Commissione Europea dal momento che successivamente il confronto sarebbe inutile.”Il Coordinamento torna a chiamare alla mobilitazione e, nel mentre prepara risposte adeguate che diano voce all’indignazione degli allevatori (fra cui in queste ore sale la contrarietà e l’insoddisfazione), si attiva per indire una manifestazione popolare con la parola d’ordine: rispettate gli impegni. La nuova mobilitazione è preparata da un incontro con i sindaci (che tanto hanno speso nei mesi scorsi per sostenere la vertenza chiamati ancora di più al coinvolgimento), da un incontro del gruppo di appoggio tecnico scientifico che sta producendo un documento puntuale di denuncia delle tante incongruenze segnalate e da un incontro degli Stati Generali per confrontare le forme e i tempi della nuova fase.

“Si mettano l’anima in pace gli speculatori e gli apparati tecnocratici collusi che li hanno coperti. Ci fermeremo solo quando ci saranno le risposte che il territorio e gli allevatori meritano”, conclude Fabbris.

Redazione

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